Mi scuserete la facile semplificazione. La definizione contenuta nel titolo, forse un po' approssimativa, mi è balzata alle mente quando mi sono apprestato a conoscere la via e le opere di John Scalzi.
Nato nel 1969, Scalzi deve moltissimo alla rete e alle potenzialità che essa può esprimere, a patto di lavorare sodo e con qualità. Per nascita fa parte di una generazione che ha visto gli ultimi tempi di un mondo fatto di macchine da scrivere, ciclostili e fotocopiatrici e che ha visto dagli albori quelle rivoluzione che ha portato al mondo di oggi, fatto di computer, siti web e file pdf ed ePub, nel quale paradossalmente i “nativi digitali” sembrano avvertire meno le potenzialità. Immagino insomma Scalzi come un appartenente a quella generazione che ha pionieristicamente esplorato le possibilità concesse dalle rivoluzione informatica, con l'entusiasmo di chi entrava in territori inesplorati e pieni di potenzialità. Per questo dico “Scrittore 2.0” e non scrittore del Web 2.0. Perché il discorso non riguarda solo la rete WWW, ma è più ampio.
Scalzi nel 1998 è stato pioniere del blogging, con il tuttora seguitissimo Whatever http://whatever.scalzi.com/. La dimostrazione che poi non sia la provenienza tecnico/scientifico a identificare il grado di geektudine è data dalla provenienza “classica” dell'autore, laureato in Filosofia all'Università di Chicago. La facoltà venne scelta proprio per il progetto a lunga scadenza di Scalzi di essere uno scrittore nella vita.
Dopo gli esordi nel giornalismo come critico cinematografico, nel 1996 lavorò come scrittore di testi per America Online, il cui ridimensionamento gli diede l'occasione di dedicarsi alla scrittura come freelance. Inoltre dopo aver vissuto in California e a Washington decise di trasferirsi nel nativo Ohio, tra i primi ad applicare quel paradigma, ancora poco seguito purtroppo, che si può vivere ovunque si voglia e lavorare anche da casa con una adeguata connessione internet.
La lunga militanza web e la scrittura giornalistica però non lo distrarranno mai dal proposito di dedicarsi alla scrittura di romanzi di fantascienza, il cui primo frutto arriva nelle librerie USA nel 2005, con Old Man's War, nominato nel 2006 al premio Hugo come miglior romanzo dell'anno e successo internazionale che è arrivato solo l'anno scorso in Italia, tradotto da Gargoyle Books con l'evocativo titolo di Morire per vivere. Un romanzo di fantascienza militare che ha come fonte di ispirazione esplicita Fanteria dello Spazio di Robert Heinlein.
Da lì in poi la carriera di Scalzi ha preso il via, con altri premi, come il John W. Campbell Award 2006 come miglior scrittore esordiente, e con i seguiti The Ghost Brigades (2006) seguito da The Last Colony (2007) e Zoe's Tale (2008). Scalzi ha confermato la sua vocazione per la rete con un
ulteriore seguito della saga, The Human Division, pubblicato a puntate settimanali in rete nei mesi di gennaio e febbraio 2013 per poi essere raccolto in volume.
Oltre all'universo di Old Man's War, Scalzi, profondo ammiratore dei classici della fantascienza, Scalzi ha scritto un romanzo dichiaratamente ispirate a Philip K. Dick, The Android's Dream (2006) e altri romanzi. Queste opere, per la maggior parte ancora inedite in Italia, eccetto The Ghost Brigades, pubblicato nel mese di gennaio 2013 con il titolo Le brigate fantasma (sempre da Gargoyle), sono valse premi e prestigio all'autore che dal 2010 è presidente della Science Fiction and Fantasy Writers of America.
Scalzi è stato anche consulente creativo per la serie televisiva di fantascienza Stargate Universe. e Da morire per vivere inoltre è in lavorazione un film diretto da Wolfgang Petersen, regista di U-boot 96, Il mio nemico tra gli altri.
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