Riassunto della puntata precedente (che potete leggere in dettaglio): la scrittrice M.C.A. Hogarth si è vista rimuovere il proprio romanzo da Amazon a seguito di un'ingiunzione della società britannica Games Workshop. Il romanzo si intitolava Spots the Space Marine, ma secondo Games Workshop, produttrice del gioco Warhammer 40000, il termine Space Marine è un trademark registrato da loro.
Argomento molto debole secondo John Scalzi, autore di una famosa saga di fantascienza militare ma soprattutto presidente dell'Associazione degli scrittori di fantascienza americani, la SFWA, che fa notare come il termine sia stato usato nella fantascienza da almeno tre quarti di secolo.
Venerdì Games Workshop ha pubblicato su Facebook una sorta di risposta, che riportiamo anche se francamente ci sembra lasciare il tempo che trovava. In sostanza, Games Workshop sostiene di possedere diversi trademark tra cui Warhammer e Space Marine, e di essere obbligata (o saremmo scorretti verso i nostri azionisti, sostengono) ad agire quando vengono infranti. Questo non significa impedire l'applicazione di questi termini nell'uso comune, nella vita quotidiana o anche in un'opera di narrativa, ma ben diverso è l'uso come trademark. In sostanza, ci sembra di poter tirar fuori da un testo che non fa molto per essere chiaro, il problema col libro della Hogarth è stato quello di usare il loro trademark nel titolo.
Dubitiamo che la cosa finirà qui.
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