La metaletteratura è una tecnica di scrittura che viene utilizzata per spiegare al lettore la storia che sta leggendo. In pratica, si tratta di fare letteratura della letteratura, e ci sono parecchi esempi del genere. Qualcosa di simile succede quando l'autore entra nelle storie che scrive, in prima persona o mediante un alter ego; una situazione che di solito si crea per arricchire la storia di annotazioni e riflessioni, e talvolta per mettere un po' in confusione il lettore. Così succede che dal sito Tor.com arriva un elenco (gli elenchi continuano a essere una moda) che prende in esame alcune di queste digressioni nel campo della fantascienza, pescando un po' da tutti i media. E' un elenco curioso di scrittori di fantascienza fittizi che aiuta a comprendere come una storia possa trovare fonte anche dalle situazioni più inattese, e in posti da cui uno non se l'aspetta.
Kilgore Trout: è l'esempio forse più famoso perché arriva direttamente dalla mente di un maestro come Kurt Vonnegut. Vonnegut inventa questa figura di scrittore fallito (qualcuno dice malignamente ispirato a Theodore Sturgeon) che vive scrivendo racconti di fantascienza per riviste porno (e qui c'è un riferimento a Playboy, che negli anni Sessanta pubblicava talvolta raccontini sci-fi), facendolo comparire dapprima in Dio la benedica Mr. Rosewater e Mattatoio N.5, e assegnandogli un ruolo centrale nei successivi La colazione dei campioni, Galapagos e Cronosisma. Trout è chiaramente l'alter ego di Vonnegut, nonché un modo per spiegare la percezione che il pubblico ha degli autori di fantascienza, e soprattutto la percezione che loro hanno di se stessi. Con il tempo Trout è diventato talmente famoso che Philip Jose Farmer gli ha addirittura dedicato un romanzo, Venere sulla conchiglia. Trout è cinico, burbero, profilico, scientificamente ignorante nonostante scriva fantascienza, ed entra in modo più o meno diretto nelle trame dei romanzi in cui appare, modificandole e interagendo con i personaggi. Insomma, un ottimo contraltare nonché il perfetto bersaglio per la vena satirica di Vonnegut, che scommettiamo essersi divertito un sacco a infilare il personaggio un po' dovunque.
Cordwainer Bird: più che un autore uno pseudonimo usato spesso da un altro grande del calibro di Harlan Ellison. Ellison, noto caratterino, è sempre stato solito entrare in uno stato di "leggera contrarietà" quando qualcuno osa modificare qualche sua storia o script televisivo; in quei casi spesso decideva di togliere il nome dal racconto, usando lo pseudonimo ispirato in parte a Cordwainer Smith, a sua volta pseudonimo per un ottimo autore, mentre il cognome "bird" era preso da un modo di dire in uso in America per indicare un lavoro indegno di essere svolto. Ellison pertanto ha usato Bird quasi come segno di protesta verso un certo modo di operare in ambito letterario, finché il nome è diventato personaggio nel racconto The New York Review of Bird, nel quale l'autore trova i propri romanzi infilati in un angusto scantinato anziché esposti al pubblico. La reazione di Bird è perfettamente in linea con quella di Ellison, per cui più che di alter ego si può parlare di proiezione diretta dell'autore, un modo per Ellison di togliersi le inibizioni...
Paul Park: autore di fantascienza poco noto da noi, ma famoso oltreoceano, tra l'altro, per la sua trilogia The Starbridge Chronicles ispirata ai romanzi dell'universo di Heliconia di Brian Aldiss. Ma è nei suoi numerosi racconti brevi che Park si sbizzarrisce a inserire varie versioni di se stesso impegnate nelle operazioni più stravaganti: in Untitled 4 uno scrittore di fantascienza viene imprigionato per aver scritto un libro in grado di provocare disordini sociali; in Ghost Doing the Orange Dance, finalista ai premi Nebula e Sturgeon del 2011, il protagonista è uno scrittore di fantascienza che deve affrontare la concorrenza letteraria del padre; e in The Persistence of Memory, Or, This Space For Sale, uno scrittore scrive un racconto su un autore che vince un concorso letterario con un racconto che ha per protagonista lo scrittore stesso (!). Insomma, tra universi paralleli e mondi asincroni, Park è un vero specialista nel raccontare come gli scrittori si intromettono nella realtà.
George McFly: passando al cinema, non si può non citare il mitico genitore di Marty McFly nella saga di Ritorno al futuro. Nel primo fantastico film, il giovane Marty ritorna nel suo presente alternativo per scoprire che il padre, che era un fallito nella realtà precedente, è diventato invece uno scrittore di fantascienza di successo (titolo del suo libro: A Match Made in Space), e questo proprio grazie a Marty che nel suo viaggio nel 1955 gli ha suggerito le possibili trame per i romanzi. A scrivere la storia di entrambi ci ha pensato Bob Gale, sceneggiatore e produttore cinematografico e televisivo di lungo corso. Nell'immaginare lo sfigato nerd McFly diventare autore di successo, avrà pensato a se stesso? Non lo sappiamo, ma certo è che il personaggio è rimasto impresso.
Benny Russell: passando al mondo televisivo, troviamo l'alter ego di Benjamin Sisko di Star Trek: Deep Space Nine. Nell'episodio Lontano, Oltre le stelle, scritto da Ira Steven Behr e Hans Beimier, Sisko si trova nei panni di Russel, autore di fantascienza del 1950 per la rivista Incredible Tales, nella quale ritrova l'intero equipaggio della stazione come redattori. Russell è un autore un po' bistrattato ma sta scrivendo una grande storia di fantascienza ambientata su una gigantesca stazione spaciale chiamata Deep Space Nine e il cui comandante è di colore... Si tratta di un puro esempio di metaletteratura, in cui gli sceneggiatori hanno anche voluto raccontare le difficoltà affrontate e superate da Gene Roddenberry per portare sul piccolo schermo la sua creazione. Il personaggio comparirà poi anche nell'episodio Ombre e simboli, diventando di fatto la seconda personalità di Sisko.
AF Gordon Theodore & Joel Munt: qui andiamo sul serial brillante Party Down, sconosciuto da noi, che racconta le peripezie di un gruppo di giovani attori e sceneggiatori che cercano di emergere a Hollywood. Nell'episodio Joel Munt’s Big Deal Party, ideato da John Enbom e scritto dallo stesso Enbom con Dan Etheridge, uno dei protagonisti scopre che il suo vecchio amico e compagno di scrittura Joel Munt sta adattando per il cinema un romanzo di fantascienza dello scrittore AF Gordon Theodore. In questo caso gli scrittori fittizi sono ben due, uno dei quali è un omaggio a Theodore Sturgeon, ma l'episodio viene segnalato per la tirata di uno dei protagonisti a proposito di fantascienza contro fantasy.
Questi sono alcuni esempi di come gli scrittori abbiano dato vita nella finzione narrativa a versioni generalmente più complicate di se stessi. Si potrebbero fare altri esempi: Tor cita Il ladro di orchidee, film particolare divenuto una sorta di biografia dei gemelli Kaufman, entrambi sceneggiatori; oppure lo scrittore (reale) Rick Moody che nel suo Four Fingers of Death parla dello scrittore (inventato) Montese Crandall. Di esempi ce ne sono sicuramente altri; ognuno può divertirsi a cercarli nella propria memoria o in rete, e scoprire in quanti modi diversi gli scrittori si possono mostrare ai lettori per condividere con loro le proprie vicissitudini.
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