Ci sono autori che seguono un solo filone nella loro vita, altri che passano da una corrente letteraria all'altra con disinvoltura, pochi altri che creano o indirizzano un intero genere, giganteggiando come titani.
Uno di questi eletti è Frederik Pohl: come scrittore, agente letterario ed editore ha lasciato nella fantascienza un'impronta profonda come poche.
Nell'affrontare il suo ultimo romanzo, Pompei 2079, il mio timore era di dover andare incontro a una terribile delusione, dopotutto Pohl ha pubblicato la sua prima opera, il racconto Elegy to a Dead Planet: Luna, nel 1937, e scrivere qualcosa di decente dopo i novanta anni è qualcosa di molto vicino all'impossibile.
Il mondo del 2079 è molto diverso da quello che ci è famigliare, l'esplosione del supervulcano di Yellowstone ha contribuito alla decadenza degli Stati Uniti, precipitati dal ruolo di superpotenza a quello di paese di terzo ordine. Il terrorismo, foraggiato dalle Stan, le repubbliche ex-sovietiche dell'Asia centrale, sembra non avere più confini o limiti, l'attentato è divenuto la forma prioritaria di protesta.
Tra i molti molti americani emigrati in cerca di fortuna in paesi ricchi troviamo il protagonista della storia, Bradley Wilson Sheridan, che trova lavoro dapprima in Egitto e poi in Italia, nel gigantesco parco tematico di Pompei. L'antica città romana è diventata una favolosa attrazione per i turisti, che possono provare l'emozione di vivere in una città romana, ricreata con i virtogrammi, avanzatissimi ologrammi quasi indistinguibili dalla realtà.
Dopo tante peripezie per Brad sembra arrivato il momento di provare un po' di felicità, oltre alla tranquillità economica pompei gli ha donato l'amore di Gerda Fleming, la donna della sua vita. Mentre il parco si prepara per il grande giubileo del 2079, i fantasmagorici festeggiamenti per i duemila anni dalla terribile eruzione che seppellì l'antica città, la vita di Brad procede tranquilla come mai prima.
Ma anche in un parco divertimenti i guai non mancano, la Sicurezza incombe minacciosa, Gerda si comporta in modo strano, dileguandosi per settimane con scuse inesistenti, e peggio ancora sembra che il parco divertimenti sia il punto di partenza di una terribile malattia, presto battezzata l'Epidemia di Pompei. In realtà il peggio deve ancora arrivare, le rivelazioni che aspettano Brad sono al limite del credibile ma in grado di distruggere il suo mondo... e anche quello di tutti gli altri.
Molto vicino all'impossibile lascia un piccolo spiraglio, abbastanza largo perché Pohl ci si infilasse e ci regalasse un romanzo niente affatto male, pieno di idee e appassionante, scritto con uno stile che cattura.
L'inizio è lento, e ci introduce in un mondo non del tutto piacevole, solcato da enormi dirigibili e abbellito dai virtogrammi ma pieno di gente infelice o arrabbiata, pronta a scaricare la propria frustrazione sugli altri. Poi il ritmo aumenta, molti dei fatti rimasti senza spiegazione la trovano, la vita di Brad resta per un pezzo appesa a un filo, fino a quando la situazione si stabilizza e l'uomo ritrova, almeno apparentemente, il suo equilibrio. Proprio quando si pensa di aver superato il climax della storia Pohl tira fuori un colpo di scena, facendo diventare la minaccia mondiale, un'apocalisse pronta a scatenarsi, legata alle decisioni di un solo uomo, Brad Sheridan.
Il finale è agrodolce, anche se più aperto alla speranza di altre opere di Pohl come Jem. La costruzione di un'utopia (Jem. The making of a utopia, 1978) o Alla fine dell'arcobaleno (The gold at the starbow's end, 1972).
Purtroppo il romanzo presenta alcune incongruenze, difficile pensare che la gente continui a visitare un posto dove ci si ammala, immagino che se si iniziasse a parlare dell'Epidemia di Disneyland il parco chiuderebbe in poche settimane. Anche la tranquillità con cui il protagonista accetta le misteriose assenze di Gerda è difficile da giustificare, e questi non sono i soli punti illogici del romanzo.
Tirate le somme Pompei 2079 si rivela una storia perfettamente leggibile, anche se questo non è il suo miglior romanzo Pohl dimostra di essere sempre un grande scrittore, un vero maestro della fantascienza.
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