Per avere una presenza in libreria costante e con varie collane bisogna attendere il 1970, quando Gianfranco Viviani vara l’Editrice Nord, avvalendosi della consulenza editoriale di Renato Prinzhofer e Riccardo Valla. Nascono così collane storiche come Cosmo (conosciuta anche come Cosmo Argento, 335 volumi fino al 2005), per le opere inedite, e Cosmo Oro (dal 1970 al 2003, per complessivi 202 volumi). La qualità dei testi è notevole, così come la confezione del libro, e ne decreta di fatto il successo, contribuendo ad allargare il pubblico dei lettori, abituati a comprare la fantascienza solo in edicola.Alla Libra Editrice di Bologna e all’Editrice Nord di Milano, si contrappone anche un editore romanzo, Fanucci Editore, che - grazie alla cura delle collane del duo di esperti Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco - vara anche in questo caso collane che presentano opere mai apparse in Italia e classici. Nascono così Futuro Pocket (dal 1972 al 1973, 6 numeri) diventata in seguito Futuro Biblioteca (dal 1973 al 1981, 50 volumi), Orizzonti (dal 1973 al 1983 per 28 volumi) e Il Libro D’Oro (153 volumi pubblicati dal 1978 al 2008).

L’appassionato ha, negli anni Settanta, la possibilità di leggere tutti i capolavori del genere e tutti gli autori che hanno fatto la storia della fantascienza ed è costantemente aggiornato sulle opere che escono quasi in contemporanea negli Stati Uniti e in Inghilterra.

Nel 1976, Vittorio Curtoni vara per l’editore Armenia la rivista Robot, a tutt’oggi considerata unanimemente la miglior rivista di fantascienza mai apparsa nel nostro Paese. Articoli di approfondimento sugli autori, notizie, articoli su cinema, fumetto, recensioni, racconti e l’editoriale del direttore sono i punti di forza della rivista che si presenta anche con le straordinarie copertine di Giuseppe Festino ed un gruppo di collaboratori che diventeranno a loro volta tra i maggiori esperti del settore, come Giuseppe Lippi (futuro curatore di Urania), Piergiorgio Nicolazzini (che curerà in seguito le collane dell’Editrice Nord), Giovanni Mongini (uno dei massimi storici del cinema di fantascienza) e Franco Fossati (apprezzato critico del fumetto). Accanto ai racconti degli autori più importanti di quegli anni vengono pubblicati anche gli scrittori italiani, finalmente con il loro vero nome e anche con biografie che aiutano il lettore a conoscerli ed apprezzarli.

Alla fine del decennio, esplode il fenomeno Guerre Stellari, ma vede anche il genere fantasy esplodere definitivamente. Robot chiude i battenti nel 1979, dopo 40 numeri, ma Curtoni aveva già lasciato la rivista con il numero 31. Sempre Armenia vara altre riviste come Aliens (sempre curata da Curtoni, 9 numeri, l’ultimo dei quali doppio e numerato come 9/10, dal 1979 al 1980 ) mentre Mondadori acquista i diritti de La Rivista di Asimov (dal 1978 al 1980, per 11 numeri). Fa la sua comparsa in edicola, per i tipi della Solaris Editrice anche la collana Perry Rhodan (40 numeri, dal

La copertina del numero 41 di <i>Robot</i>, con la nuova grafica e l'illustrazione di Giuseppe festino che fonde le copertine del numero 1 e del numero 40 della vecchia serie.
La copertina del numero 41 di Robot, con la nuova grafica e l'illustrazione di Giuseppe festino che fonde le copertine del numero 1 e del numero 40 della vecchia serie.
 1978 al 1981), famosa serie di romanzi di fantascienza tedeschi, ideati da Walter Ernsting, che ha per l’appunto l’eroe spaziale Perry Rhodan come personaggio fisso.

Gli anni Ottanta sono anni bui per la fantascienza ed è invece la fantasy a incontrare il favore del pubblico. Gianfranco de Turris propone attraverso alcune collane dell’Editore Solfanelli di Chieti proprio i sottogeneri dell’heroic fantasy e affini, dando notevole spazio agli autori italiani e promuovendo anche il Premio Tolkien. Ma in quegli anni la fantascienza comincia a traslocare da editori specializzati a editori “generalisti” e molti autori americani vengono pubblicati in collane non di fantascienza.

Nel 1985 a Fruttero e Lucentini alla guida di Urania subentra Gianni Montanari, già curatore di Galassia negli anni Settanta e, successivamente, nel 1990 Giuseppe Lippi, primo fra i collaboratori di Curtoni alla rivista Robot dell’Armenia.