E siamo sicuri, che se ne avesse avuto la possibilità, tra i lettori di Urania ci sarebbe stato anche il filosofo sardo. Già, perché solo qualche decennio dopo, un altro intellettuale, anche lui “scomodo” all’intellighenzia del suo tempo, imporrà la fantascienza in Italia dal punto di vista editoriale e non solo, coniando anche il termine “fantascienza”. Siamo nel 1952, appena sessant’anni fa, e Giorgio Monicelli propone ad Arnoldo Mondadori, con cui era imparentato attraverso la moglie dell’editore, di importare in Italia quel genere letterario che lui leggeva abbastanza regolarmente sui pulps americani. Se è vero che la fantascienza in Italia nasce ufficialmente sulle pagine di Scienza fantastica, la prima rivista nata sempre nel 1952, e su Urania Rivista e I Romanzi di Urania, le due pubblicazioni ideate da Monicelli, che la fantascienza s’impone ai lettori italiani, grazie alla forza di un editore che già allora era fra i più importanti. Urania Rivista chiuderà i battenti dolo solo 14 numeri, dimostrando forse da subito una tenue passione per i racconti e le riviste da parte dei lettori italiani, I Romanzi di Urania diventeranno nel tempo solo Urania, arrivando fino ai giorni nostri. E grazie a Monicelli, dunque, che la fantascienza si è radicata nella mente e nel cuore degli appassionati. Se andate a guardare i romanzi pubblicati dall’intellettuale varesino, ma milanese d’adozione, durante la sua curatela della pubblicazione mondadoriana scoprirete che sono quasi tutti romanzi che oggi chiamiamo classici. Ma è forse ad Antonio Gramsci che dobbiamo le prime acute, e seppur fragili, analisi su quel tipo di narrativa che tanto ci appassiona. Buon compleanno fantascienza e Urania e buona lettura a tutti.
L'editoriale
Gramsci, Monicelli e la nascita della fantascienza in Italia
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