“Forse il mio gesto ti sembrerà soltanto un pessimo trucco da vigliacca, un colpo basso tipo estorsione di spermi rubati con l’inganno... Però, spero lo stesso che non ce l’hai con me. Non sto cercando fortuna, né pietà. È solo che il desiderio di dare la vita a qualcun altro è stato più forte di tutto il resto. Ero così stufa di stare ad aspettare… Ora te lo posso dire. In lista di procreazione, ero la numero 1.630.345. In pratica, il mio turno sarebbe arrivato fra trenta anni. Quando ne avrò 72! E io non voglio essere la mamma di un mio pronipote tipo quelle mammut che si vedono andare in giro. Io ti ho scelto per questo, Thomas. E per questo ho dovuto lasciare il posto alla ReStore e tutta la mia vita. Se mi beccano incinta e senza autorizzazione, non so quello che mi possono fare. O meglio, lo so e non ci voglio pensare. Devo partire da Amsterdam, devo scappare e trovare un posto dove potermene stare tranquilla per i prossimi duecentosettanta giorni. Non sarà facile portare a termine la gravidanza da sola e per di più in incognito. So soltanto che altre donne prima di me ci sono riuscite e quindi, in teoria, si può fare. Non so che effetto ti farà sapere che tra qualche mese diventerai papà. Non so te, ma io non sopporto l’idea di avere una vita sola…                                                                                            Sinceramente, Yumiko  

Finito di ascoltare il messaggio, entrai in tana. Mi scolai una Grolsch. Poi me ne ingollai un’altra. Ero in dubbio se chiamare qualcuno dei miei conoscenti. Forse avrei dovuto chiedere aiuto. Invece, decisi che era il caso di dormirci sopra. In fondo, non avevo bisogno di consigli, sapevo cosa andava fatto in quei casi.  

La mattina dopo, per prima cosa, mi segnai assente sul server della ReStore tramite le V-lenti. Feci una lunga doccia e mi vestì come poche altre volte in vita mia. Una giacca antracite, lucida e leggera, su un pantalone di lino nero. Indossai la mia camicia migliore, quella color avorio di H&M col collo a V e scelsi le scarpe da gran spolvero col tacco rinforzato. 

Cavalcai la ciclo, mezzo stordito. Attraversai l’Amstel e proseguì fino al canale di Herengracht. Posteggiai alla rastrelliera, mi sfinai la cresta e feci il mio ingresso all’Ufficio Procreazione. 

All’accettazione allungai la card alla hostess del desk. 

- Salve signor Vorek, cosa posso fare per lei? 

Quella ragazza con le lentiggini e gli occhi ambrati mi fece perdere quasi l’equilibrio per quanto era seducente. Anche se, di base, preferivo le linee esotiche, una puledra cresciuta a stampot e friets sapeva ancora come farmi girare la testa.  

Divagazioni a parte, restai focalizzato su ciò che ero venuto a fare. E fidatevi, per uno che stava come me dopo il messaggio di Yumiko, non era poco. 

- Ecco… sono qui per sporgere una denuncia. 

Lei mi squadrò in maniera molto empatica. Non era preoccupata, quindi non doveva essere una cosa grave. 

- Dove devo andare?