- Naaa… te l’ho detto che mi astengo. Non lascio spermi in giro. Non vorrei che ci scappasse la sorpresa. Preferisco non rischiare una restrizione web. Se chiudo un’altra campagna virale, sblocco le ferie, e posso starmene a mollo nei trasogni per un paio di settimane. Invece, in testa, mi si materializzò una scena terrificante.  La Polizia che ci stanava, gli spermi che imploravano pietà, la card universale revocata all’istante, il chiacchierio della vicina Endora che sparlava di me con ogni inquilino del palazzo, le allusioni dei miei conoscenti al bar di Westergas Fabriek e poi, come logica conseguenza, l’istradamento forzoso verso Diemen o qualche altro quartiere di Barbaronia, patetico e tenuto scollegato apposta dalla Rete Distribuita dei Desideri. Senza contare una potenziale carriera gettata a puttane. Perché la verità era che non mi sarebbero rimaste che loro. 

Doei, doei[3], futuro. Doei, doei, sollazzo. 

Yumiko mi piantò il broncio. Quasi quasi si stava per sciogliere in pianto. 

- Dai, non fare così, Thomas. È un piacere diverso. Lo so che può sembrare gretto, invece è puro… Non è una cosa sudicia come si sente dire in giro. È biologica, ma non per questo deve essere anche virale. 

Il problema non era tanto lei per lei o il timore di una possibile infezione, bensì il concetto di legame che facevo fatica a sopportare. A essere sinceri, avevo una gran paura dei sentimenti. Se erano intensi e duravano troppo a lungo, andava a finire che mi si seccava la fantasia. 

Capivo che l’idea potesse apparire come una cosa priva di senso, però dentro di me funzionava così: se mi dilungavo con lo stesso amore, era altamente probabile che non me ne restasse altro da vivere nei trasogni. 

Non volendo farmi sfottere da Yumiko, evitai di spifferarle questa considerazione.  

- D’accordo, allora. Se proprio ti fa stare più sicuro, ecco. 

Si allungò verso la sua borsa, aprì la zip e mi sventagliò un blister davanti agli occhi. Poi, prima che la mia erezione scomparisse, Yumiko mi prese il sesso tra le dita con dolcezza e lo aiutò a risollevarsi. Si sfregò contro di me in maniera stuzzicante.  

Il suo rivestimento in pelle era lucido e scivoloso. Accennò lo stesso sorriso strisciante di prima e mi fece tornare in mente la serata di mezza estate passata insieme, quando eravamo separati dai corpi, anche se uniti nei trasogni. Eppure c’era qualcosa sul musetto arricciato di Yumiko, un accenno di spaesamento in controluce, che me la fece sentire un po’ cupa. 

Non so perché, ma in quel momento mi mise in ansia di proteggerla, anche se lei non era certo una tipa vulnerabile, al contrario, sapeva bene come si teneva la barra dritta e salda.