Al posto di una passeggiata con shopping incluso, Yumiko mi portò di filato al Balfour, un due-stelle-più-spicci che offriva un loculo sottomarino a un prezzo conveniente.  La mia bambolina satanica sapeva ciò che voleva e la cosa mi lusingava. Per l’occasione, io avevo calzato gli speroni d’argento, quelli dell’amore. Ero solito farlo soltanto con le donne che volevo marcare. Marcare da vicino. Davanti al Balfour erano posteggiate soltanto monoposto. C’era qualche ciclovela sparsa per coppiette, ma niente altro. 

Nella hall, il display della reception ci assegnò una hostess in telepresenza. L’avatar-guida aleggiava davanti a noi fino alla nostra alcova sul fondale marino. 

Dentro il loculo, la hostess prima ci mostrò gli optional di base, i coralli scenografici, la bolla idromassaggio, i vermi rari e quelli più sgargianti per illuminare lo spazio. Poi ci blandì con gli stravizi, beluga siberiano, uva amazzonica, orchestre gitane e algoritmi tribali composti da una selva di IA. 

- Che ne dici, ti piace qui sotto? 

Due metri per cinque con un oblò a parete vista mare. In un posto del genere scommettere su dove finiva la realtà e iniziava il trasogno era un vero e proprio azzardo. 

- Straordinario, c’è una vista da groppo alla gola. È tutto così… sgombro sott’acqua. 

Poi qualcosa prese a intorbidirsi. All’oscuro delle reali intenzioni di Yumiko, io pensavo che avremmo mangiato da Kitsch & Chips, oppure cantato un karaoke a perdifiato. O magari che ci saremmo cimentati in un match di sudore a squash e che dopo ci saremmo ripresi con qualche tiro di skunk. Invece, dal riflesso dell’oblò, buttai un occhio verso di lei e vidi che si stava spogliando

Spogliando? L’umore mi cadde sotto gli speroni. Aveva un sorriso strisciante che le attraversava il volto come un quarto di luna crescente. Lo sguardo fisso e spiaccicato addosso a me. 

Per un attimo temetti che fosse la mia dermotuta skamander a farla esagerare. O forse era la cresta color ocra da sopravvissuto metropolitano. Invece mi sbagliavo, mi sbagliavo di brutto. 

- Aspetta un secondo, Yumiko… Quella è roba da casella d’isolamento. 

Via la camicetta umorale. Via i jeans attillati da seconda pelle. Quella donna del mistero non si contentava neppure dei mentorgasmi in puro spirito disincarnato? 

- Lo so, ma a me piace il rischio. 

Rischio? La scena che mi si spalancò nel cervello era più da incubo. 

- E sai pure che se ci beccano una dentro l’altro ci tengono in un server di isolamento per cento mesi? 

Via il reggiseno a fascia, via le calze striate.