Lunedì 17 settembre segna la messa in onda ufficiale per il nuovo telefilm della NBC Revolution, che vede un duo illustre alla guida: Eric Kripke, la mente dietro Supernatural e J.J. Abrams, il cui curriculum è noto a chiunque, con l'apporto registico di Jon Favreau.
L'emittente è da anni alla ricerca di un titolo che la riporti ai fasti di E.R. e Friends, e Revolution è visto come il gioiello della corona, al punto da essere lanciato prima dell'effettivo scontro televisivo che scoppierà dopo circa due settimane, nella speranza di attirare e trattenere un pubblico che, a parte pochi casi, ha lasciato indietro la NBC.
Spade davanti a Starbucks
Il sito Collider ha colto l'occasione per intervistare Kripke sulla nascita e lo sviluppo della serie, il quale ha raccontato come tutto è cominciato e come si è evoluto: "Quando mi metto al lavoro su una serie, tutto comincia con una immagine che mi si forma nella mente. Non parto mai con un personaggio o con uno spunto narrativo del tipo cosa succederebbe se l'elettricità scomparisse? No, la mia prima immagine è stata quella di due persone che duellano con la spada, nello stile del Signore degli anelli, ma invece di avere come sfondo una Stonehenge ricoperta di piante rampicanti, loro lo stavano facendo davanti a uno Starbucks ricoperto di edera."
Da qui lo sviluppo dell'idea: "Possiamo far diventare gli Stati Uniti un regno feudale, con avventure, eroi, cattivi, amore e lealtà? Così ho pensato ha un contesto narrativo epico e avventuroso classico, come se Joseph Campbell avesse scritto Star Wars e Il signore degli anelli. Volevo raccontare una storia che fosse un viaggio, nello stesso modo in cui Star Wars ha la stessa storia del Signore degli anelli, che ha la stessa storia del Mago di Oz, che ha la stessa storia dell'Odissea."
Ecco il punto su cui ruota Revolution: "C'è una grande storia, ed è veloce, epica, complicata. Volevo raccontare questa storia con il vantaggio del formato televisivo. Il limite delle saghe di cui ho parlato prima, per quanto io le ami totalmente, è che non avevano, come spero di avere invece io, 22 ore di narrazione a stagione per raccontare e approfondire ogni aspetto della trama. Io penso che sia una grande opportunità di usare la struttura di un telefilm per entrare in profondità nella storia. In fondo, l'idea era come posso usare il paesaggio americano per creare una eccitante avventura?"
Cosa ha causato il crollo della società?
Quanto al coinvolgimento con JJ Abrams, è stato l'incontro di due idee che non si conoscevano: "Io e la Bad Robot volevamo lavorare insieme da tempo, così ho chiesto loro cosa ne pensavano di una storia ambientata dopo il tracollo della società moderna, con duelli ed eroi e questa ragazza che arriva da una fattoria e fa scattare tutti gli eventi."
Al che gli executive della Bad Robot hanno risposto: "Grande! Cosa ha causato il crollo della società? e io ho risposto Non lo so, un'epidemia?"
Invece quello che Kripke scopre è che c'era una alternativa in cantiere alla casa di produzione: "mi hanno detto che stavano lavorando a un storia sugli eventi successivi a un blackout. Volevano raccontare cosa succedeva subito dopo l'evento, ma avevano un problema: era troppo deprimente. Così abbiamo unito le due storie ed è nata Revolution."
Jon Favreau: tu vuoi fare Game of Thrones
Come è poi entrato in scena Jon Favreau?
"Quando abbiamo cominciato a incontrare i possibili registi, mi sono ritrovato ad avere un appuntamento con lui e non riuscivo a crederci, ma lui si sedette e mi disse "Io so cosa stai facendo. Questa non è una storia post-apocalittica, tu vuoi fare Game of Thrones, Il signore degli anelli, ho capito, non mi freghi! al che gli ho risposto Il lavoro è tuo!"
Perché per noi era importante che non fosse un mondo deprimente, ma bensì uno eccitante e romantico che la gente volesse visitare ogni settimana, doveva essere una storia di cappa e spada, straordinaria ed entusiasmante. Jon è uno dei migliori in questo genere e sapevo che avrebbe portato il suo tono al nostro mondo."
Kripke racconta come il coinvolgimento del duo Abrams/Favreau fosse totale: "Io sono un grande di fan di loro due e li vedevo venire nella stanza degli sceneggiatori e palleggiarsi spunti e idee eccezionali. Io fingevo di essere uno showrunner professionale dicendo oh si è interessante, parliamone, ma dentro di me volevo solo tirare fuori il cellulare e mettermi a scattare foto!"
Prima di tutto i personaggi
Ma c'è un nucleo che differenzia il telefilm da altri che hanno provato e fallito nel campo delle storia a base di misteri da svelare:
"Quello che separa Revolution dagli altri telefilm del genere che sono crollati prima di noi è che loro erano troppo interessati al concept e a quel giocattolo scintillante che era il loro mistero, mentre per me è più importante parlare di personaggi che devono combattere per riuscire a rimanere i buoni della storia e che vogliono solo tornare a casa. Revolution e Supernatural hanno in comune questo visione: lasciare in secondo piano il genere e raccontare l'umanità di questi personaggi complicati."
Non esageriamo coi misteri
Per quanto riguarda il mistero che fa da base alla serie e soprattutto un certo evento presente nel pilot che getta (letteralmente) una luce nuova sulla storia: "Abbiamo avuto una sana discussione su quanto a lungo avremmo dovuto nascondere quell'informazione. Quel personaggio è sempre stato parte della trama e della mitologia e la domanda che ci facevamo era entra in scena nell'episodio 5 o la incontri nel pilot? E abbiamo deciso di farlo subito, volevamo agganciare il pubblico e dare loro un'idea del potenziale del nostro mondo. Non è un segreto che nel telefilm ci sono persone che vogliono far tornare l'elettricità (per il potere che ne deriverebbe), per cui far vedere che ci possono essere gruppi isolati di persone che ce l'hanno getta uno spiraglio di speranza, fa pensare che magari i personaggi li incontreranno e li coinvolgeranno."
E per finire, fin dove è arrivato Kripke nella costruzione della storyline del telefilm?
"Io voglio sempre sapere dove sta andando la stagione, l'ho mappata per intero. So quali sono le risposte perché non mi piace inventarmele al momento. Mi piace inserire piccoli indizi, così che quando arriviamo a una delle risposte il pubblico si rende conto di avere a che fare con uno sceneggiatore che è sicuro di quello che fa. Non voglio inventarmi le cose al momento, non è giusto nei confronti del pubblico. Certo ci saranno colpi di scena e sorprese lungo la strada, non mi piace pianificare ogni singolo dettaglio, mi piace essere sorpreso. Ma so dove stiamo andando: so dove va la stagione uno, ho un'idea solida per la stagione due e sto iniziando a pensare alla stagione tre. Per cui toccate ferro e aiutatemi ad arrivarci gente!"
Noi faremo il possibile Eric, buona fortuna con la tua nuova avventura.
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