Nel lontano 1996 una delle pubblicazioni di punta della Top Cow, scritta da David Finch e disegnata da David Wohl, prendeva il nome di Aphrodite IX: un cyborg ginoide dotato di capacità assassine fuori dal comune e di altrettanto sviluppate capacità di spionaggio ed infiltrazione impiegato in un lontano futuro per oscuri complotti. Il fumetto era mediocre per gli standard moderni e sostenuto nel suo successo probabilmente solo dalle illustrazioni mediamente provocatorie che facevano una certa presa su di un pubblico adolescenziale. La nostra storia sarebbe finita quindi prima di cominciare se lo scrittore Matt Hawkins, in questo momento presidente della Top Cow, non avesse pensato ad utilizzare il personaggio per la storie di Cyberforce, un altro fumetto ripescato dagli oscuri abissi degli anni '90 e riportato a nuova vita. Dal recuperare il personaggio col nome di Aphrodite IV a rilanciare anche la sua propria serie il passo si è rivelato breve ma leggermente più difficoltoso del previsto. Per la rinascita di Aphrodite IX era necessaria una storia solida ed una trama in grado di giocare con i luoghi comuni della precedente incarnazione superandoli e lasciandoseli alle spalle; altrettanto importante sarebbe stato il disegno, immancabilmente confrontato con le pose provocatorie anni '90. Per l'impresa Hawkins decise di essere affiancato dal giovane artista croato Stjepan Šejić, uno dei pochi esseri umani in grado di mischiare un disegno mozzafiato con uno stile sottilmente ironico riuscendo ad ottenere spesso e volentieri una miscela piacevolissima per gli occhi.
Siamo in un lontano futuro e la terra ha subito un terribile cataclisma che ha quasi estinto la razza umana, ha lasciato il suolo contaminato e l'atmosfera ridotta ai minimi termini. Due razze di esseri umanoidi si fronteggiano per il diritto di sfruttare le poche risorse rimaste: una di queste ha abbracciato completamente l'ingegneria genetica e l'evoluzione di una tecnologia organica mentre l'altra è radicata nella cibernetica e in una tecnologia avanzatissima ma tradizionale. Uno strano modello di cyborg si risveglia dalle macerie di un'antica città e si ritrova catapultato nella lotta senza quartiere fra le due fazioni, inseguito al contempo da uno dei suoi sviluppatori che come lei si è salvato dell'estinzione. Il cyborg, Aphrodite IX, è il fulcro del protocollo Aphrodite, un progetto destinato a salvare la razza umana proprio da un evento simile a quello che è capitato. Una trama lineare e soprattutto abbastanza scontata all'apparenza si sviluppa in un modo decisamente originale giocando con il luoghi comuni del genere apocalittico ed introducendo tutti gli elementi del filone post-cyberpunk sviluppatosi in questi anni. Singolarità, transumanesimo, intelligenze artificiali ed ingegneria genetica vengono sfruttati da Hawkins in modo abbastanza maturo e con una dimestichezza invidiabile, tanto da creare un prodotto godibilissimo ed in grado di sorprendere partendo dalla più classica delle premesse. Si aggiunge poi agli altri elementi, sia nella storia che nel disegno, un fattore fondamentale nel rendere unica la storia: l'ironia. La capacità di non prendersi completamente sul serio, di provocare il sorriso nei lettori che ultimamente ha decretato il successo anche nei lungometraggi della Marvel non manca nemmeno in Aphrodite IX, diventando l'elemento fondamentale per portare il fumetto ai massimi livelli.
Splendidi i disegni di Šejić, a suo agio sia con tecnologie avveniristiche sia con deformazioni genetiche, in uno stile che associa un ottimo tratto con un'altrettanto ottima capacità di utilizzare la manipolazione elettronica dell'immagine. Unico difetto di questo volume è la sua non presenza, per il momento, sul mercato italiano, un'assenza che obbliga il lettore a procurarselo e leggerselo in lingua originale. Non vedo però modo migliore per incrementare la propria padronanza della lingua inglese.
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