Nel corso degli anni Sessanta Ray Bradbury venne sospettato di essere comunista e su di lui indagò il House Un-American Activities Committee (HUAC), comitato permanente della Camera dei rappresentanti in attività dal 1947 al 1975 e nelle cui liste figurarono parecchi attori, scrittori e uomini di spettacolo, come Charlie Chaplin. È ciò che emerge dalle carte entrate in possesso dell’Huffington Post in seguito a una richiesta all’FBI sulla base del Freedom of Information Act.

L'autore all’epoca aveva già pubblicato le opere destinate a farlo entrare nella storia (fra le altre, Cronache marziane, 1950; L’uomo illustrato, 1951; Fahrenheit 451, 1953) e la sua produzione posteriore, a partire dagli anni Sessanta, non ebbe lo stesso successo. In ogni caso, proprio all’inizio del decennio Bradbury criticò le attività del HUAC bollandole come "sciocchezze senza senso". E per non farsi mancare nulla, acquistò un'intera pagina di Variety per ribadire il concetto.

Il "materiale" sarebbe stato forse già sufficiente per aprire un'indagine (non si erano ancora spenti i fuochi dell'epoca maccartista, anche se il senatore McCarthy non c’entra nulla in questa storia). A ciò si aggiunse però la testimonianza dello sceneggiatore Martin Berkeley, attivo soprattutto negli anni Quaranta con MGM e Columbia. Berkeley divenne famoso per le sue deposizioni di fronte alla commissione: dapprima dichiarò di avere attivamente contrastato i comunisti dentro e fuori il suo sindacato, poi cambiò versione e ammise di essere stato un traditore per sette anni, denunciando nel contesto 155 personalità legate a Hollywood, anche se Bradbury venne citato solo successivamente.

Le sue storie "propendevano decisamente contro gli Stati Uniti e il suo capitalismo", come si legge nei file dell’FBI. Bradbury, già molto popolare, avrebbe potuto "diffondere veleno" sulle istituzioni USA e, in generale, "l'obiettivo degli scrittori di fantascienza è di spaventare le persone fino alla paralisi o l'inabilità psicologia, ai confini con l'isterismo, il che abbatterebbe il morale degli americani e li renderebbe molto scettici sulle possibilità di vittoria nell'eventualità di una Terza Guerra Mondiale". Bradbury in particolare "aveva simpatie per alcuni membri comunisti all’interno del sindacato degli sceneggiatori".

L'autore venne così indagato e venne prodotto il file oggi entrato in possesso dell’Huffington Post, che contiene il curriculum dello scrittore e un report sulle "attività sovversive". Quest'ultimo dev'essere piuttosto scarno, dal momento Bradbury non fu mai convocato (ma furono "intervistati" vari suoi conoscenti e colleghi) e le indagini portarono a una lapidaria conclusione: "Non c’è alcuna evidenza che dimostri l'affiliazione di Bradbury al Partito Comunista". Anche perché - come si legge nello stesso report - in varie occasioni l'autore se la prese anche con l'URSS: per esempio nel 1959 in un evento a Malibù, dove, parlando di The Fireman - il racconto da cui poi nacque Fahrenheit 451 - l'autore rese noto che il testo era stato proibito in terra russa perché "critico nei confronti del sistema comunista".