"Io sono e sarò sempre un ingegnere nerd con calzini bianchi e penne nel taschino" diceva di sé uno dei più venerati eroi dell'umanità del ventesimo secolo. Neil Armstrong, l'uomo che mise per primo piede sulla Luna nel 1969, è morto ieri a 82 anni, per la complicazioni successive a un intervento chirurgico al cuore.
Nato in Ohio nel 1930, in una famiglia di origine tedesca, Armstrong combatté nella guerra di Corea come pilota, ma si congedò dopo la guerra diventando collaudatore, anche per la NASA con la quale volò sull'aereo-razzo X-15. Il numero di incidenti a causa dei quali Armstrong avrebbe potuto perdere la vita durante questa fase della sua carriera è impressionante.
Fu scelto - primo civile - per il programma astronautico e comandò la missione Gemini 8, prima missione che vide l'aggancio di due oggetti orbitanti, e fu nell'equipaggio di riserva dell'Apollo 8. Nel 1968 rischiò la vita in un incidente durante i test del Lunar Landing Research Vehicle.
Viaggio sulla Luna
Armstrong venne scelto dalla NASA come primo uomo che avrebbe posato piede sulla Luna anche perché, come riportato in seguito, era uno dei pochi a non avere un ego smisurato. Inoltre, Armstrong era un civile (mentre Aldrin e Collins erano piloti militari), e questo era importante per l'immagine della missione.
A leggere le cronache dello sbarco sulla Luna ci si stupisce del numero di imprevisti risolti anche in modo abbastanza improvvisato. Pochi istanti prima dell'atterraggio per esempio cominciò a suonare nella cabina l'allarme di un errore "1202" segnalato dal computer: ma né Armstrong né Aldrin aveva la minima idea di cosa si trattasse. Dopo qualche istante di terrore, Houston li tranquillizzava segnalando che si trattava semplicemente di un overflow del computer, che stava ricevendo troppi dati dal radar rimasto inutilmente acceso e non riusciva a elaborarli con sufficiente velocità.
La parola mancante
Se la telecronaca dello sbarco sulla Luna in Italia è legata al noto errore di comprensione di Tito Stagno, che annunciò l'atterraggio un paio di minuti prima rispetto a quanto realmente avvenuto, in America c'è un altro curioso dibattito e riguarda la famosa frase pronunciata da Armstrong scendendo la scaletta.
"That's one small step for [a] man, one giant leap for mankind." La "a" prima di man viene normalmente riportata tra parentesi, perché senza di essa la frase non avrebbe senso ("man" senza "a" sarebbe da tradurre "l'uomo", sinonimo quindi di "umanità"). Nessuno, tuttavia, la udì nella frase pronunciata effettivamente da Armstrong. Lo stesso astronauta, pur sostenendo con decisione di averla pronunciata, ammise di non riuscire a sentirla quando ascoltò la registrazione delle sue parole ricevute via radio.
Un'analisi sonora della registrazione operata tramite uno speciale software sviluppato dall'australiano Peter Shann Ford nel 2006 confermò infine che Armstrong aveva detto "a man" e non solo "man".
Dopo la Luna
Nonostante lo status di "eroe nazionale", Armstrong mantenne dopo il ritiro dalla carriera astronautica un profilo piuttosto riservato. Non accettò proposte di entrare in politica, come fecero invece altri colleghi astronauti (come Scott Glenn, diventato senatore) e raramente accettò di fare il testimonial pubblicitario, e solo per aziende in cui credeva e che magari avessero un ruolo nell'industria aeronautica.
Accettò un ruolo di professore all'università di Cincinnati, dove insegnò otto anni, ed ebbe seggi nei consigli di amministrazione di varie aziende. Fu chiamato spesso dalla Nasa con il ruolo di consulente per indagini su incidenti.
Armstrong e il barbiere
Tra i molti problemi che ebbe Armstrong nella gestione della sua immagine c'è la curiosa vicenda della causa che intentò nel 2005 al suo barbiere, Marx Sizemore. Il barbiere aveva venduto i capelli tagliati di Armstrong per circa 3000 dollari senza chiedere l'autorizzazione. Armstrong lo costrinse a rendere i capelli o a donare in beneficienza i soldi ricavati.
Premi e onoreficenze
Armstrong ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti, tra i quali la Presidential Medal of Freedom, la Congressional Space Medal of Honor, il Robert H. Goddard Memorial Trophy, il Sylvanus Thayer Award, il Collier Trophy from the National Aeronautics Association e la Congressional Gold Medal.
Il cratere nel quale è atterrato l'Apollo 11 è stato chiamaro cratere Armstrong; anche un asteoroide è stato battezzato col suo nome. Negli Stati Uniti e nel mondo non si contano le scuole e altri istituti intitolati a Neil Armstrong.
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