È da poco nelle librerie un nuovo romanzo di William Gibson. Si tratta di Zero History (Zero History, 2010). Questo volume è il primo titolo della nuova collana creata da Fanucci Editore, che si presenta così: "Chrono, una collana di narrativa dedicata alla fantascienza e al fantastico in una tradizione che va da La svastica sul sole di Philip K. Dick a Il complotto contro l'America di Philip Roth".
Stand-alone che chiude la Trilogia di Bigend, Zero History esplora il futuro contemporaneo che si muove tra nuovi media e merci feticcio e sferra un feroce attacco al business senza regole, alla politica e alle industrie militari. La tesi del libro è tanto semplice quanto spiazzante: il futuro è adesso e l’high tech è già terreno mitologico di narrazione.
Come ha scritto giustamente Maurizio Del Santo, nel suo articolo dal titolo: William Gibson e la Storia Zero, pubblicato da Fantascienza.com in data 16 settembre 2010: "Come nei precedenti due romanzi, anche in questo lo sguardo di Gibson torna sul mondo violento e perverso del marketing, della pubblicità, delle previsioni di tendenza. E lo fa descrivendo un mondo molto vicino al nostro, in cui l'aspetto fantascientifico sta nel portare alle estreme conseguenze idee e tendenze attuali. In Zero History si ritrovano i personaggi già conosciuti negli altri due romanzi: Hubertus Bigend, lo spietato imprenditore del marketing; Hollis Henry, ex rocker e ora giornalista freelance; Milgrim, tossicodipendente a "storia zero", cioè senza credito, indirizzo o altre risorse. Holly e Milgrim dovranno scoprire per conto di Bigend l'identità segreta del designer di una nuova marca di jeans ultratecnologici, che Bigend spera di arruolare per conto dell'esercito USA. Ma l'indagine si rivela presto piena di intrighi e pericoli, e i protagonisti scopriranno che di marketing si può anche morire". Il link all'articolo completo è riportato nelle Risorse in rete.
L'autore
William Gibson è l'autore di Neuromante, che ha venduto oltre sei milioni di copie in tutto il mondo, e l’ha consacrato come esponente di spicco del filone cyberpunk. La Trilogia dello Sprawl, di cui Neuromante fa parte, ha poi ispirato gli scenari e i temi dell’antologia di racconti La notte che bruciammo Chrome. Zero History continua il Ciclo di Bigend, dopo L’accademia dei sogni e Guerreros, usciti entrambi per Mondadori.
La quarta di copertina
Hollis Henry, ex cantante rock diventata giornalista, ha accettato con molta riluttanza di lavorare nuovamente al soldo di Hubertus Bigend, magnate del marketing globale, per scoprire l’identità segreta del progettista di un marchio di abbigliamento che Bigend spera di arruolare per la fabbricazione delle uniformi dell’esercito statunitense. Il traduttore ed esperto di crittologia Milgrim, ossessionato dai dettagli, è totalmente nelle mani di Bigend, soprattutto da quando il magnate lo ha salvato dalla dipendenza pagandogli una costosa cura in una clinica svizzera. Garreth, invece, ha una passione per gli sport estremi. Di recente è saltato dall’edificio più alto del mondo, aprendo il paracadute solo all’ultimo momento, e per dimostrarlo ha un femore tutto nuovo fatto con un materiale sperimentale. Garreth ha gli amici giusti per i favori di cui un uomo come Bigend potrebbe avere bisogno, in particolare quando le cose vanno improvvisamente storte. Cosa potrebbe succedere, ad esempio, se un contratto per le uniformi siglato dal dipartimento della Difesa diventasse il viatico per un traffico d’armi, e se anche Bigend si ritrovasse a essere manipolato e alla deriva in un mondo pericoloso e pieno di insidie?
William Gibson, Zero History (Zero History, 2010)
Traduzione Daniele Brolli, Fanucci Editore, collana Chrono, pagg. 546, euro 12,90
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