Ho passato tre giorni d'inferno chiuso in gabbia, consumato dalla crisi d'astinenza, picchiando ferocemente la testa contro il muro senza percepire nessun dolore. Per fortuna negli archivi del “Security Pool” non risulto essere né un viaggiatore psichedelico schedato, né tanto meno un neopagano, un matematico del caos che si aggira a diffondere folli teorie sfruttando le autostrade digitali, i network privati o i locali di basso rango, dove la gente è più condizionabile. Sono pulito. Non rischio terapie di recupero psichico.In questi tre giorni di cella, al buio totale e con un rancio da fare schifo ho avuto la certezza che mi sarei presto consumato tra i circuiti elettronici del Techno-DJ che mi sta attendendo al “The Unicorn”. Specialmente adesso che sono in galera per qualcosa di più del solito controllo e il mio lavoro ai forni è certamente andato. Cancellato dal file degli iscritti, non ho più niente da perdere.Mi sento debole e di nuovo i sensi mi abbandonano...
Sto camminando verso casa, immerso nell'incessante pioggia acida del mattino. Il cielo è nero e le nubi purpuree si scontrano con i vapori di catrame emanati dalla città. Le auto mi sfrecciano accanto sollevando schizzi di fango.
Devo prelevare un ultimo mazzo di banconote e scendere di due livelli. Poi le piastre saranno finite e andrò in clinica a vendermi l'occhio in cambio della protesi oculare e di grana fresca, per poter provare ancora l'indescrivibile piacere delle note argentee che mi scorrono addosso come acqua ghiacciata.
Salgo le scale e raggiungo il mio monocubo. La mano pseudometallica cerca la scheda in una tasca e la trova subito: è l'unica cosa che mi hanno lasciato quelli del “Security Pool”, dopo avermi riconsegnato i vestiti ancora sporchi di palta. Infilo la scheda nell'apposita fessura ma la serratura non scatta. Provo a girarla dall'altro lato ma non succede niente. - Merda - bestemmio tra i denti.
In quel momento giro la maniglia e mi accorgo che il serramento è già aperto. - Che diavolo...
- Amore!
È Hellen. Mi corre incontro e mi abbraccia.
- Dio mio - esclama sbigottita. - Con quella barba sei quasi irriconoscibile.
- Hellen... - Non riesco a spiaccicare una parola di più.
- Ti ho fatto uscire prima del tempo. - Una rivelazione che non cerca ringraziamento.
- Tu?
- Ti ho cercato disperatamente, negli ultimi mesi. Non mi rispondevi e...
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