- Buttatelo fuori, non voglio  rogne - ordina una seconda voce più lontana.Qualcuno mi spinge con decisione. Potrebbe essere il barman, oppure lo stesso neomessicano. I primi minuti che seguono la fine dell'interconnessione non ti lasciano nessuno spiraglio. Non puoi vedere nulla, specialmente quando l'iniezione sonora è di bassa qualità. In questo caso la zona neurale  necessita di almeno cinque minuti per riordinarsi. Perciò sono costretto a orientarmi con altri sensi. Percepisco, ad esempio, il dolore, il freddo, l'umido. Di certo mi hanno sbattuto contro una porta e poi buttato fuori dal locale. Le ombre persistono e il mio braccio meccanico si solleva d'istinto al contatto con la putrida pozza di fango che ha sommerso metà del mio corpo. Ho i vestiti inzuppati di melma e la palta dentro le calze.Poco dopo intuisco un rumore di ferraglia avvicinarsi. Uno stridere purtroppo famigliare. L'ultima volta ho sentito questo ronzio metallico dal mio letto. Come vorrei poter essere già sulla mia comoda branda d'alluminio. Invece sento i Tank del “Security Pool” di ronda che si stanno avvicinando come rapaci.

- Non muoverti! - ordina uno dei poliziotti.

“Ma chi si muove”, penso tra me, “non ho neanche la forza di pisciarmi sotto dalla paura...”

- Se sei armato, butta quello che hai da parte.

Resto fermo, immobile. Adesso la vista mi permette nuovamente di mettere a fuoco almeno i contorni della casa. Alcuni soldati balzano giù dai carri e mi circondano.

- Spacciatore? - chiede qualcuno rimasto su uno dei Tank, a pochi metri dal gruppo.

Mi sollevano la testa con forza per i capelli e poi la sbattono di nuovo nel fango. - Non è uno di quelli segnalati al centro - s'affrettano a rispondere, analizzando il digitalizzatore d'immaginini. - Sembra piuttosto un clandestino in crisi d'astinenza. O qualcosa di simile.

Mi prendono la mano naturale e schiacciano i polpastrelli sull'apposito scanner. - Il rilevatore non lo segnala tra i ricercati - controllano.

- Sarà il solito runner ubriaco - commenta uno tra i più giovani.  Ho un singulto improvviso e gli vomito su un anfibio.

- Merda -  si lamenta il ragazzo in mimetica.

- Portatelo dentro! - comandano dal Tank.

Mi sento sollevare per le braccia, il corpo pesante una tonnellata, la testa strizzata come uno straccio. Quell'Alonso Del Rancio vende emozioni sonore di bassa qualità. Sterco allo stato puro.