Schlussel replicò burbero come sempre, con il proprio latino teutonico. - Aveva ragione, mio buon Fustieri, questa riforma non è altro che uno strumento di potere della gerarchia ecclesiale guidata dalla volontà di accentrare tutto solo sul Natale del Messia ed oscurare le altre festività. Non certo una preoccupazione matematica, astronomica e scientifica. Non so come ho fatto ad essere così accecato dal mio orgoglio tanto da prestarmi ad un simile gioco.Riccardo abbassò lo sguardo e strinse i pugni, era vicino alla vittoria.- Quindi la riforma non avrà luogo?Schlussel scosse il capo. - No, Sua Santità ha bruciato davanti a me la stesura definitiva dell'enciclica Inter Gravissimas con la quale avrebbe promulgato il nuovo calendario. Verrà convocata una nuova commissione di teologi e scienziati alla quale presiederò io stesso per valutare ulteriori possibilità. E io, amico mio, vorrei che lei mi fosse vicino...Riccardo voleva urlare di gioia, ma si trattenne, abbassò lo sguardo e umilmente rispose. - Come lei desidera, mio buon amico.

Trascorse tre giorni di ansia, aspettando, irrazionalmente, che in qualche modo il Papa si rimangiasse la decisione da lui tanto agognata, ma la sera del 24 febbraio, quando per davvero l'enciclica non fu data alle stampe e con essa la riforma del calendario gregoriano, Riccardo, adducendo un lieve disturbo, si chiuse nella propria stanza e bevve una intera bottiglia di vino rosso acidulo e forte per festeggiare.

Aveva sempre odiato il mese di Dicembre e le feste natalizie.

Nella sua vita ricordava un solo Natale felice all'età di otto anni, poi anno dopo anno quel maledetto mese aveva sempre messo in scena il teatro delle finzioni e dell'ipocrisia al quale talvolta era stato costretto a partecipare e che lo irritava e deprimeva oltre ogni misura.

Ma adesso aveva cambiato la storia. Natale sarebbe diventata una festa mobile, Dicembre avrebbe perso di significato e lui stesso si sarebbe adoperato per un cambiamento dei nomi dei mesi, così l'odiato Dicembre non sarebbe mai più esistito, mai più...

- Salve.

Riccardo chiuse a aprì gli occhi un paio di volte finché non si costrinse a chiedere.