Un carro veniva verso di lui, si accasciò a terra alzando le mani come se si arrendesse ad un nemico e chiedendo aiuto nell'unica lingua antica che aveva potuto studiare preparando il suo piano: il latino.  Due giorni dopo si trovava a Ginevra, per la precisione nella Ginevra del dicembre 1581, uno strano miscuglio tra un centro storico da restaurare e un villaggio agricolo.Per le autorità locali era Riccardo De' Fustieri, matematico italiano, assalito dai briganti e lasciato per morto.

Aveva già avuto modo di dimostrare la propria conoscenza della matematica ad alcuni colleghi locali, ma quel giorno, come aveva previsto dopo aver scartabellato biografie e annali, sapeva che avrebbe incontrato lui, di passaggio nel viaggio dalla natia Germania all'Italia.

- Le voglio presentare Cristoph Schlussel. - disse uno degli svizzeri, e il cuore di Riccardo sussultò mentre si sentiva sfrontatamente fortunato.

Il gesuita matematico tedesco lo accolse con leggero scetticismo, ma Riccardo che in gioventù aveva saputo accattivarsi la benevolenza dei cattedratici più caratteriali riuscì ad entrare nelle grazie anche di costui.

Tanto da ricevere l'invito ad accompagnarlo a Roma dove Schlussel avrebbe dovuto esporre a Sua Santità Gregorio Tredicesimo i risultati dei propri studi astronomici e matematici.

Se solo avesse potuto portarsi dietro una scatola di sonnifero, pensò Riccardo quella sera, sarebbe riuscito a dormire meglio, invece era costretto a stare ad occhi aperti nel buio per lasciar fluire l'emozione di essere ad un solo piccolo passo dal compimento del progetto di una vita.

Più di due mesi dopo, per la precisione il 21 febbraio del 1582, Schlussel usciva dagli appartamenti di Sua Santità Ugo Buoncompagni, Papa Gregorio Tredicesimo.

Ad aspettarlo, nella sala affrescata e ornata di broccato, sulla sedia meno appariscente, stava Riccardo.

- E dunque? - chiese, andando incontro al gesuita.