I due agenti si riavvicinarono lentamente all’uomo che noncurante continuava a guardarsi intorno, come se l’improvviso interessamento della Polizia fosse un fatto accaduto in una dimensione parallela e a lui estraneo.- Signore, lo sa che il lunedì sera è dedicato alla Visione Collettiva del ‘Grande Occhio’? - riprese il più loquace dei due poliziotti - E che non partecipare alla Visione Collettiva costituisce un reato perseguibile penalmente?- Sì, le ho già detto che lo so… Ma le ripeto anche che la cosa continua a non interessarmi! - rispose l’uomo con un tono sarcastico che cominciava a infastidire la coppia di bravi paladini della Giustizia massificante. L’uomo aveva già avuto in passato il sentore di una sua pericolosa dissociazione. Lo aveva notato e presagito nel corso delle sue private relazioni interpersonali. Alcuni mesi prima uscendo di casa, mentre attendeva l’arrivo dell’ascensore aveva incontrato la sua giovane vicina di casa: una bionda oca giuliva di trent’anni che aveva barattato il prelievo di alcune cellule nervose dal lobo frontale destro del proprio cervello con delle protesi estetiche di quarta generazione offerte dal Ministero della Bellezza Collettiva. Ora i suoi unici interessi, quelli che ancora riusciva a gestire senza incorrere in fastidiose crisi epilettiche, sovraccaricando l’intatto lobo sinistro, erano: la ricerca di un marito brizzolato e ricco, la cura di una costosa collezione archeologica di borse firmate Louis Vuitton in voga nel ventesimo secolo, la preparazione di pranzetti precotti, la cura di un cagnolino geneticamente modificato regalatole dalla Commissione Animali Pubblici del generoso 'Partito dell'Amore'… oltre ovviamente alla visione serale del ‘Grande Occhio’ immersa nella sua calda tuta felpata color argento e confortata dalla morbida compagnia dei suoi amici decorticati. Durante l’attesa sul pianerottolo la ragazzetta crocerossina aveva posto all’uomo la fatidica domanda, forse perché rattristata dalla presunta solitudine in cui viveva il suo vicino: - Vorresti venire stasera a casa mia per assistere alla visione del Grande Occhio? Ci saranno tutti i miei amici! - chiese ingenuamente la donna cerebro-compromessa, facendo seguire la domanda da un risolino sovrumano che rasentava i sintomi di una fase pre-epilettica.- Ci penserò su! - rispose l’uomo diplomaticamente e con garbo mentre entrava nell’ascensore, inseguito dallo sguardo demenziale ma sospettoso della ragazza che, non essendo abituata a interagire con simili risposte sospese nel nulla, rimase in devoto silenzio fino a quando l’ascensore non raggiunse il tanto agognato piano terra. Forse era rimasta semplicemente sopraffatta, al punto tale da ammutolire, dall’uso disinvolto e quasi spudorato del verbo ‘pensare’.
Nelle principali piazze della città, la gente ordinatamente stipata a raggiera, fissava ipnotizzata le colonne d’acciaio sulle cui sommità sarebbe apparso puntualmente l’atteso ologramma del ‘Grande Occhio’.
Come ogni lunedì.
In tutte le piazze.
Nel mondo.
Da anni.
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