Questo articolo è stato scritto nella sua prima versione poche ore dopo il ritorno da da Bellaria, per buttare giù a caldo qualche riga di commento alla convention. Non tanto per fare un report o riportare le nostre impressioni, quanto per rispondere, da giornalisti, alla domanda che chi non ha partecipato certamente si pone riguardo a questa convention: l'incontro tra le due convention ha funzionato, è stato vantaggioso o deleterio, e che prospettive si intravvedono per il futuro?
Italcon e Sticcon sono già state insieme in passato, ma a ruoli invertiti: all'epoca l'Italcon era la convention principale, la Sticcon una sottosezione popolata da strani personaggi che apprezzavano una serie tv sconosciuta ai più.
Oggi, nonostante Star Trek come fenomeno si sia da tempo lasciato alle spalle il culmine del suo successo (e il film di Abrams non sembra aver portato cambi di tendenza), la Sticcon è ancora una convention di grandi dimensioni, con diverse centinaia di partecipanti. Ma più ancora della folla, ciò che colpisce è la professionalità dell'organizzazione, che si percepisce nella qualità e nella quantità della comunicazione verso la stampa (noi stessi abbiamo ricevuto numerosi comunicati stampa), nella tecnologia e preparazione della regia, nella qualità degli arredi, nella gestione degli ospiti e altri dettagli. Alcuni, non nascondiamolo, anche fastidiosi per chi è abituato a convention più "alla mano", come la necessità di farsi leggere il codice a barre del badge ogni volta che si entra e si esce, o il percorso obbligato nella galleria dei negozi.
La parte Italcon ha goduto certamente dell'organizzazione di base, ma ha aggiunto del suo; Armando Corridore - rappresentante di Elara e brains della parte più letteraria della convention - ha fatto un lavoro eccellente sia nella preparazione del programma che nella conduzione degli interventi nei quali appariva in prima persona. Per quanto riguarda il programma, non possiamo non notare che è stato riservato quasi tutto il pomeriggio del sabato (il giorno più importante) a tre interventi che riguardavano in gran parte Delos Books, cosa di cui ringraziamo.
Gli ospiti
Scelte valide e numerose. Strepitoso l'ospite principale dell'Italcon, Paul Di Filippo, sia dal punto di vista umano che da quello professionale: Di Filippo non è solo uno scrittore, è anche uno dei critici più apprezzati in USA e conosce benissimo il suo campo. I suoi interventi erano sempre lucidi e molto chiari, sia dal punto di vista concettuale che linguistico.

Può suscitare anche forti reazioni contrarie quando esprime le sue opinioni sempre nette e taglienti, ma è sempre indubbiamente un personaggio notevoleRoberto Vacca, già ospite dell'Italcon in altre occasioni. Alfredo Castelli, Giuseppe Lippi, Luigi Cozzi, Alan Altieri hanno portato i loro incredibili bagagli di esperienza, ed è stata una interessante novità anche ritrovare dopo molti anni Gianni Montanari e sentirlo duettare con Lippi sugli aspetti della cura di Urania.
La location

La Sticcon
La convention di Star Trek - che in realtà quest'anno includeva anche la YavinCon, ovvero la convention di Star Wars - ospitava Gates McFadden (la dottoressa Crusher di Next Generation), Garrett Wang di Star Trek Voyager (un ragazzotto di origine coreana che dopo Star Trek ha smesso di recitare e ora vive girando per convention) e curiosamente l'attrice tedesca, ma residente da anni in Italia, Barbara Bouchet, apparsa in un episodio della serie Classica. Quanto si sono amalgamati fan di Star Trek e veterani dell'Italcon? Non moltissimo probabilmente, ma va detto che esisteva già prima un'intersezione non esigua tra i due gruppi, che probabilmente nei quattro giorni si è allargata.
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