La conferenza è stata inframezzata da alcuni intermezzi tribleschi e da ricordi personali. Come quello del gradimento del suo compagno di studi Robert Englund per l'episodio dei triboli, diventato ormai un classico.

L'autore ha poi rivelato che l'episodio della serie animata nel quale tornarono i tribli lo ha visto raffigurato come addetto al teletrasporto, e che gli animaletti sono rosa non tanto per una azzardata scelta creativa, bensì perché il colorista era daltonico!Pur tuttavia, Gerrold ha voluto ribadire di aver scritto cose che ritiene migliori di quel pur simpatico episodio, come la saga degli Chtorr, della quale ha confermato il proposito di scrivere altri tre o quattro libri per completare il ciclo, anche che ritiene più probabile che sarà George R.R. Martin a terminare prima le sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

Ma l'opera della quale è più orgoglioso è The Martian Child, una romanzo breve in parte autobiografico, vincitore del premio Hugo e del premio Nebula, nel quale ha raccontato in parte la sua esperienza di genitore adottivo, trasposto in un film con John Cusak qualche anno fa.

Sul suo coinvolgimento in Star trek - The Next Generation, Gerrold ha raccontato di aver partecipato alla stesura della “Bibbia” della serie, di aver scritto dei soggetti che trattavano anche temi importanti, come l'AIDS e il problema delle trasfusioni di sangue, e l'ìntroduzione di personaggi gay.

Purtroppo l'inizio della produzione della serie coincise con quello della malattia di Roddenberry. Ciò provocò grosse tensioni nel team creativo, che si trovò a dover lavorare con il suo avvocato, che Gerrold ha definito come “una persona sgradevole”, tanto che molti, come la più stretta collaboratrice del creatore di Star Trek, Fontana, e lo stesso Gerrold abbandonarono il gruppo, constatando che non avrebbero potuto lavorare al meglio. L'epilogo della vicenda fu che il sindacato degli sceneggiatori contestò alla Paramount parecchie irregolarità. L'avvocato fu licenziato, ma nel frattempo Gerrold si era già impegnato a malincuore in altri progetti, come scrivere i libri secondo il proprio piacere e inclinazioni, e adottare un bambino.

Recentemente l'episodio scritto per la TNG è stato messo in scena da un gruppo di fan, con il titolo Blood and Fire, ed è disponbile su You Tube.

Sulla versione di J.J. Abrams di Star Trek Gerrold è stato lapidario. Abrams è una ottima persona e lavora bene, ma quello che ha fatto non è Star Trek. A suo parere Kirk, Spock e McCoy sono tra i migliori personaggi con i quali si è trovato a lavorare, ma quelli rappresentati nel film sarebbero un tradimento.

Dopo la conferenza ho avuto modi di avvicinarmi al banchetto di Gerrold, e gli ho personalmente espresso un parere diverso, esprimendo l'opinione che forse un giovane autore che si trovi a confrontarsi con personaggi mitici, sceglie la strada della diversità proprio per non subire il confronto. Anche in questo caso l'opinione è stata espressa con gentilezza ma anche con fermezza. Un giovane autore, secondo Gerrold, se affronta personaggi con una storia alle spalle, non ha che da ispirarsi al lavoro di chi lo ha preceduto, come un nano sulle spalle dei giganti. Che ci sia un pizzico di gelosia in Gerrold? Non so. In ogni caso stiamo parlando di un autore che di soddisfazioni ne ha avute parecchie e che sa di cosa parla.

Da sinistra, David Gerrold, Paolo Attivissimo, Paul Di Filippo e Armando Corridore sul palco dell'Italcon/Sticcon
Da sinistra, David Gerrold, Paolo Attivissimo, Paul Di Filippo e Armando Corridore sul palco dell'Italcon/Sticcon
Lo ha dimostrato il giorno dopo, quando si è reso protagonista di un panel insieme all'altro scrittore ospite, Paul Di Filippo, nel quale si è parlato anche dei rapporti tra la fantascienza letteraria e quella cinematografica, ma anche di singolarità, di nuove frontiere per il genere che tanto amiamo.

Parole critiche sono state spese nel confronto di molta sci-fi televisiva e cinematografica, definita come “eye candy”, ossia pura delizia per gli occhi. Secondo Gerrold se c'è un problema è da far risalire alla concorrenza con i media visivi, come anche i videogiochi, che sono diventati la fonte primaria di fruizione della fantascienza. Anche la prevedibilità delle sceneggiature fa la sua parte, anche se Gerrold ha ammesso di essere un cattivo compagno di visione, poiché, conoscendo i tempi di scrittura cinematografica e televisiva è in grado di prevedere quando e come arriverà un culmine narrativo.

Per Gerrold, la fantascienza gode di ottime salute, tanto da avere invaso e pervaso tutte le forme narrative, e tutto sommato i discorsi ciclici sulla morte della fantascienza lasciano il tempo che trovano, perché se è vero che molti traguardi scientifici sono stati raggiunti, tanti altri sono ancora da raggiungere, spostando in avanti l'orizzonte della fantascienza. Secondo Gerrold, per uscire dalle secche si dovrebbe ristabilire il concetto di fantascienza come quello di “letteratura dell'ottimismo.”

Una visione che in fondo, da un allievo di Roddenberry ci dovevamo aspettare.