Deus Irae nasce dalla collaborazione di P. K. Dick con Roger Zelazny: non è lo scritto migliore di Dick, ma si offre comunque come un documento importante per comprendere l'ultimo P. K. Dick, uno scrittore ormai minato nella salute e nelle convinzioni sociali e teologiche. Deus Irae preannuncia i temi della Trilogia di Valis, anche se lo spunto del romanzo ha radici in un racconto di Dick che lo scrittore compose negli anni Cinquanta; nel 1975 insieme a Roger Zelazny, Philip K. Dick dà corpo a Deus Irae, uno scritto che non è possibile inquadrare a pieno titolo nella letteratura fantascientifica. Il tema sviluppato in Deus Irae si svolge su di un terreno postbellico: la Terza Guerra Mondiale è ormai stata consumata e la Terra conta solo pochi milioni di sopravvissuti che vivono in villaggi a stretto contatto con superstizioni religiose e razzismo nei confronti dei mutanti prodotti dalle radiazioni atomiche. La Terra è un terreno arido e i pochi sopravvissuti non hanno ragione di credere che la condizione umana potrà tornare agli antichi fasti; la religione è l'unica certezza che tiene in vita gli uomini. Ma anche questa non può esser considerata una certezza assoluta: dopo lo sgancio delle bombe atomiche, la Chiesa Cristiana si trova a dover far i conti con la Chiesa e i dogmi del Deus Irae. Ma chi è in realtà il Deus Irae? Qualcuno dice che esso sia un uomo, un vecchio, lo scienziato che ha dato l'ordine di lanciare le bombe; tuttavia se gli viene riconosciuta una natura umana, gliene viene anche riconosciuta una sovrannaturale divina che si manifesterà una volta che l'uomo sarà morto.
Molti sono i seguaci del culto del Deus Irae: loro ferma convinzione è che un vero Dio non può che essere sostanzialmente malevolo e ferale, perché solo mortificando l'umanità questa avrà la possibilità di migliorarsi. Tuttavia questo dio, per quanto simbolo di potere, è anche un dio capace di operare miracoli: se correttamente invocato, il Deus Irae sarebbe capace di operare miracoli al pari di Gesù. In questo romanzo, Dick indica nel Deus Irae una natura mortale e una spirituale: scritto con un tono sufficientemente ironico, il Deus Irae è trattato grammaticalmente come una brutta copia dell'Ecce Homo Cristiano. Impetrare il Deus Irae significa credere profondamente che il mondo è soprattutto dominato dal male: riconoscere il male che il mondo cova nel suo seno significa saper accettarlo e tradurlo in bene. La Chiesa Cristiana, i pochi seguaci rimasti in vita si limitano a predicare quanto l'Antico Testamento e i Vangeli nel corso dei secoli hanno sempre asserito; la Chiesa del Deus Irae e quella Cristiana sono in lotta fra di loro, entrambe le parti mirano ad attrarre quanti più discepoli dalla loro parte.
La Terra conta pochi milioni di individui: molti sono dei mutanti o degli incompleti con gravi malformazioni fisiche, altri, pochissimi, hanno visto la Terza Mondiale e si aggirano tra un villaggio ed un altro come barboni ormai spogliati di ogni fede e speranza. La Chiesa del Deus Irae vuole avere la sua icona da venerare, l'immagine del Potere, del Deus Irae: l'incarico di trovare l'uomo che incarna il Deus Irae viene affidata ad un Inc. (un incompleto senza né braccia né gambe che si muove su di un carretto trainato da una mucca e le cui braccia sono rudimentali tentacoli meccanici). L'Incompleto, dopo non poche perplessità, spaventato all'idea del Pellegrinaggio che lo attende, sulle prime pensa di prendere la Comunione Cristiana, ma la Chiesa Cristiana non lo accetta tra le sue file. All'Inc. viene spiegato che prima deve assolvere l'impegno che ha contratto con la Chiesa antagonista: deve trovare il Deus Irae, scattargli una foto e farne il ritratto, poi magari potrà entrare a far parte della comunità Cristiana. L'Inc inizia il suo Pelleg.: nel corso della sua cerca incontrerà non poche difficoltà, e più di una volta la sua blanda fede nel Deus Irae gli insinuerà il dubbio che forse meglio sarebbe stato se mai avesse accettato di ritrarre il Deus Irae.
Il destino vuole che incontri il Deus Irae e che l'Inc. lo uccida senza riconoscerlo: l'Inc., profondamente turbato dal fatto che il suo cane è stato ucciso dall'uomo vestito in tenuta militare, non ci pensa su due volte accecato com'è dall'Ira ad usare i suoi tentacoli meccanici per fracassargli il cranio. Una volta che l'uomo, l'essenza mortale del Deus Irae, è stata fatta definitivamente fuori dall'Inc. inconsapevole della vera identità del militare, l'Inc. avverte che qualcosa è cambiato dentro di sé pur non riuscendo a spiegarsene il motivo; continua la sua ricerca, una cerca che s'interrompe quando un ubriacone dichiara di esser l'autentico Deus Irae. L'Inc. soddisfatto scatta la foto e torna nella sua comunità. Fino alla sua morte mai saprà la verità anche se qualche sospetto in età ormai senile si affaccerà alla sua coscienza; tuttavia la Chiesa del Deus Irae ritirerà i carteggi privati dell'Inc. e li distruggerà, lasciando credere al mondo che il volto ritratto nella loro Chiesa è il vero volto del Deus Irae.
Il barbone ubriaco ritratto come Deus Irae ha sostenuto la parte perché obbligato da un seguace cristiano, in/volontario compagno di viaggio dell'Inc.: quando il Deus Irae è morto come uomo, il bravo cristiano incontrando un barbone lo paga affinché si dichiari all'Inc. come quel Deus Irae che tanti anni prima ha dato l'ordine di sganciare le atomiche sulla Terra. L'Inc. non nutre alcun dubbio in merito all'identità del barbone: per lui quello è il vero Dio tanto temuto, venerato, ricercato. Il novello Leonardo nella Chiesa del Deus Irae dà vita ad una icona che mezzo mondo comincia a venerare; la Chiesa Cristiana conosce la verità dell'incidente, ma non è suo intento dichiararla a nessuno. Il motivo? Ogni religione che si rispetti per essere veramente grande non può che saper accettare le scissioni al suo interno e provarsi giorno dopo giorno con il fanatismo delle religioni avversarie, solo così la religione si può considerare veramente religione.
Deus Irae anticipa molti temi che Dick amplierà nella trilogia di Valis; il romanzo non è sicuramente il migliore né di Dick né di Roger Zelazny: al massimo può essere considerato una degna introduzione a tutti quei temi filosofici e religiosi che P. K. Dick analizza in Valis, Divina invasione, La Trasmigrazione di Timothy Archer, ma nulla di più.
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