Inoltre, bisogna chiedersi: se i veri nemici delle ragazze sono i padri pedofili, gli infermieri sfruttatori della prostituzione, i medici corrotti e i pervertiti che pagano per violentarle e a volte le uccidono, perché le ragazze non combattono contro di loro direttamente, invece di farle combattere in un sogno contro nemici illusori che niente hanno a che vedere con la realtà infernale del manicomio? Forse perché a Zack Snyder piacevano queste scene surreali molto post-moderne? Le ragazze combattono contro creature mitiche e mostri come se fossero i propri demoni interiori da sconfiggere, invece essi rappresentano i loro veri nemici esterni, solo che il collegamento tra il mondo infernale del manicomio/bordello e i campi di battaglia non è abbastanza chiaro e a volte lo si perde, si è preferito dare più importanza alle immagini che alla trama e quindi c'è un salto che non porta a nulla. Il terzo livello rivela quindi un ennesimo buco della sceneggiatura. La scelta di non far combattere le ragazze direttamente contro gli uomini le sminuisce perchè sembra che gli uomini siano troppo forti per loro, le ragazze non possono affrontarli e anche se combattono si ritrovano in uno scenario senza possibilità di vittoria. È una denuncia dell'autore? Una constatazione di fatto? Secondo il mio parere è semplicemente un modo per rinforzare l'idea della subordinazione delle donne nella società patriarcale perché il film non è abbastanza auto-critico (come vuole far credere Zack Snyder) per far fare al pubblico un salto cognitivo verso il dubbio e la riflessione. Vediamo perché. Le ragazze sono prigioniere, vengono violentate psicologicamente e fisicamente, sono costrette a prostituirsi, combattono senza paura contro mostri e creature mitiche, vengono uccise una ad una in battaglia e nel bordello/manicomio, la protagonista viene ridotta a un vegetale, infine l'ultima ragazza riesce a sopravvivere grazie al sacrificio delle altre. Perché un finale così drammatico? Dopo tutte le sofferenze che hanno patito nei vari livelli di esistenza solo una si salva? E come si salva? Questa fine è sbagliata. Per tutto il film è stato fatto credere al pubblico che le ragazze sarebbero fuggite e si sarebbero salvate e invece non succede. All'inizio del film il personaggio di Carla Gugino, la dottoressa Gorski, dice alle ragazze: “Chi è realmente al centro della storia, chi manovra il sipario, chi è che decide la coreografia della danza, chi ci porta alla follia? Chi è che ci sferza e chi ci incorona vincitori quando sopravviviamo all'impossibile, chi, chi fa tutte queste cose? Chi ci insegna ad onorare chi amiamo con la nostra stessa vita, chi manda mostri ad ucciderci e allo stesso tempo canta che non moriremo mai, chi ci insegna cos'è reale e come ridere delle bugie? Chi decide per chi viviamo e per che cosa dobbiamo morire, chi ci incatena e chi ha la chiave che può renderci liberi? Sei tu, hai tutte le armi che ti servono. Combatti!”

Si fa credere alle ragazze (sullo schermo ma anche tra il pubblico in sala) che se si combatte si può ottenere quello che si vuole, ma in realtà è tutto falso, perché malgrado tutti gli sforzi, le ragazze alla fine devono soccombere. Attraverso le esperienze del terzo livello le ragazze sono diventate ormai troppo potenti e non può più esserci posto per loro nella società patriarcale. L'unico modo per rientrarvi è morire e diventare eroine sacrificali immolate sull'altare dei padri, oppure reprimere la propria forza e volare basso conformandosi al modello di donna subordinata imposto dalla società patriarcale, una donna che non è in grado da sola neanche di prendere l'autobus e ha bisogno di un uomo che l'aiuti!

Sucker Punch aveva la possibilità di avere un effetto liberatorio e empowering sulle spettatrici, ma il fatto che la trama si basi su una situazione di sfruttamento del corpo femminile e su una profonda vittimizzazione delle donne nella società patriarcale azzera completamente ogni velleità femminista.