Tornando all'identità di scrittore, c'è poi il "calvario" della ricerca di un editore. Che tu hai trovato in Curcio per Ferro Sette.
Ferro Sette è esistito in due diverse stesure. A circolare presso una ventina di editori, forse qualcuno in più, è stata la seconda, che è in sostanza quella che Armando Curcio pubblicherà. La ricerca di un editore diventa un calvario, a mio parere, solo se si "confondono" fra loro le due fasi che accennavo sopra, cioè scrivere (atto solitario) e pubblicare (atto sociale). Mi spiego meglio: mentre i miei manoscritti attraversavano in lungo e in largo l'Italia non mi concentravo sul loro esito, ma preferivo scrivere altro. Resto convinto che quanto avevo scritto avesse un valore a prescindere dal fatto che venisse pubblicato da qualcuno. Lo sapevo così come sapevo che altre cose che avevo scritto erano invece da dimenticare. Certo, non nego che quando Curcio mi ha contattato sono stato felicissimo, perché il riconoscimento pubblico è anch'esso una realizzazione personale importante, e poi in Italia è un coronamento assai raro (e prezioso) dei propri sforzi creativi.
E soprattutto per un editore che, se non sbaglio, si affaccia per la prima volta nel campo della fantascienza, come mai una scelta del genere?
Bisognerebbe chiederlo a Curcio. In realtà qualche titolo "confinante" con la fantascienza in catalogo lo avevano già. Ad ogni modo, che un editore italiano storico scelga di puntare sulla fantascienza è a mio avviso un ottimo segnale. Fra l'altro, c'è l'intenzione di pubblicare anche un seguito, il che sembra indicare che non si tratti di un caso isolato.
Inutile nascondersi che l'editoria sta attraversando un momento di profonda crisi, di trasformazione. Cosa pensi degli Ebook?
Sono seduto sulla sponda del fiume e guardo i file scorrere lungo la corrente che li porta nel mare magnum del mercato, senza provare il desiderio di imbracciare una canna da pesca (non ho un lettore). In questo senso mi sorprendo a ritrovarmi un conservatore (definizione che ripudierei in qualsiasi altro ambito). Il giorno in cui sentirò l'esigenza di acquistare un e-reader vorrà forse dire che gli e-book avranno davvero conquistato un ruolo culturale che ora sono ben lungi dall'avere. Una parte di me spera di essere smentita a breve, perché significherebbe che dietro lo sviluppo dei prodotti elettronici non c'è solo la bolla di un business temporaneo da cavalcare. In realtà, penso che assisteremo a un'ibridazione (perlomeno funzionale quando non sostanziale) fra pubblicazione elettronica e tradizionale, di cui non saprei prevedere le caratteristiche e la tempistica. Ma è solo un'ipotesi.
Tornando al tuo romanzo e per stimolare la curiosità dei lettori: siamo nel campo della fantascienza, sociologica, della space opera, dell'hard sci-fi?
Uhm, sono sempre in imbarazzo quando si tratta di rispondere a simili domande. Si tratta di una storia ambientata in un universo collocato molto lontano da noi nello spazio e nel tempo. Uno scenario evolutivo inconsueto presentato come un nostro possibile futuro remoto, e la storia di alcuni esseri umani che a tutto ciò si ribellano. A mio modo di vedere, è una fantascienza "umanistica", anche se usare queste altisonanti etichette mi spaventa un po'.
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