– Vergine sì, innocente no. Sei la vergine meno innocente nella storia della verginità – le disse Weigand. – Che ne dici di un appuntamento? Voglio dire l’appuntamento. Deciditi, una buona volta. Stringi le corde del tuo coraggio e non fallirai, come disse la vecchia Lady Macbeth. Sembri non renderti conto che hai venticinque anni. Dieci anni buttati al vento. Circa tremilaseicentocinquanta camporelle sprecate. Estrasse una pipa di granturco da un’altra tasca e la riempì con il tabacco sminuzzato. Prese un fiammifero da cucina, lo strofinò sotto la scrivania e lo tenne sopra il tabacco.
Scotty storse la bocca, scettica. Sul suo viso la smorfia era attraente, perché aveva la bocca grande e ben fatta. – Secondo te avrei dovuto cominciare a quindici anni?
– Quando sono abbastanza vecchie, sono abbastanza grandi, e quando sono abbastanza grandi, sono abbastanza vecchie – recitò Weigand. – Io ho cominciato a quindici anni. – Il suo viso assunse un’espressione di nostalgia esagerata. – Lei era una florida, piccola sfacciatella che lo faceva già da anni, e ne aveva quattordici. Stavamo pomiciando nel portico sul retro di casa sua quando mi chiese se avevo mai giocato a Ispezione.
– Ispezione – disse Scotty.
– Esatto – annuì Weigand, molto serio. – Derivato, immagino, dall’ispezione alle armi leggere dei militari. Be’, non ci crederai mai, ma…
– Risparmiamelo – ringhiò Scotty. Ascolta, Gnagna Patrick…
Lui sobbalzò al nomignolo. – Avevi promesso. – protestò.
– …cosa diavolo vuoi?
Lui tolse la pipa di bocca. – Be’, se proprio vuoi saperlo, il Sachem mi ha fatto chiamare.
– Oh – Lei guardò l’agenda a sinistra della macchina per scrivere. – Qui non c’è scritto. Vede il Segretario Bollix alle tre in punto.
Weigand diede un’occhiata all’orologio da polso. – Cos’è un Segretario all’Interno paragonato all’alter ego del Sachem, la sua eminence grise, il potere dietro il trono?
– Ah – disse lei. – Se devi entrare, farai meglio a muoverti. Lui e Bollix devono parlare di quel suo nuovo Programma Avanzato. Il Progetto Delfino. Alla fine sono riusciti davvero a comunicare con quei poveri delfini. Così il progetto è di sconfiggere la carenza mondiale di proteine e mettere i delfini a fare i cow-boy degli oceani con enormi branchi di balene. La carne di balena sa di manzo, dicono. Ora le ho proprio sentite tutte.
Weigand tolse la gamba dalla scrivania e si raddrizzò.
La sua voce aveva perso un po’ di spavalderia. – E che mi dici dell’appuntamento, Scotty? Lo dicono le carte. È il destino.
Lei lo guardò e contrasse le labbra, pensierosa. Inspirò a fondo. – Va bene – disse.
Lui fischiò, più un sibilo che un fischio. – Parli sul serio?
– Sì. Sì, immagino di parlare sul serio.
– A casa mia?
– Suppongo di sì – sospirò lei.
– Uahu! Quando? Prenderò lo champagne. Lo farò portate dal mio fornitore nel più elaborato…
– Stasera – disse lei mestamente. – Se non è stasera, finirò di nuovo per tirarmi indietro. Perché non mi chiedi di sposarti?
– Perché comprare una mucca, quando il latte costa così poco? – disse lui con franchezza, come se volesse saperlo davvero. – E poi non ti piacerebbe sposarmi. Sarei un pessimo partito. Sono così sprovveduto che potrei entrare da una porta girevole e uscirne con due dollari in meno.
– Fuori di qui – gli ringhiò la ragazza. – Il Vecchio Rimbambito ti darà una strigliata. Quando chiama quelli del suo staff, si aspetta vagamente che si facciano vedere… prima o poi.
Weigand si diresse verso il sancta sanctorum. – Probabilmente se n’è già scordato – le disse da sopra la spalla. – Quando ero ragazzino mia madre mi disse che ogni americano può diventare presidente, e io sto cominciando a crederle. Non dimenticare che stasera è la sera.
– Non lo dimenticherò – disse lei. – Probabilmente è l’errore più grosso che abbia mai fatto.
– Porta una camicia da notte trasparente – disse lui con la mano sulla maniglia. – No, a pensarci meglio, non ti servirà.
– Cosa c’è, Capo? – disse Weigand.
– Siediti, figliolo – gli disse Horace Adams e, prima che l’altro si calasse in una delle pesanti poltrone di cuoio: – tu hai più tempo di me per tenere le orecchie aperte. In nome di Mosè, cosa succede a Cleveland? Anzi, cosa succede dappertutto?
– Perché proprio Cleveland?
Il presidente raccolse un rapporto e lo sventolò. – Abbiamo appena ricevuto questa richiesta urgente di assistenza finanziaria per tenere aperte le mense gratuite. Cos’è una mensa gratuita?
Weigand Patrick allungò la mano verso la borsa del tabacco mentre diceva: – In verità non è un termine molto adatto, date le circostanze. Ci sono sempre state. Quello che succede a Cleveland è che hanno questo programma alimentare d’emergenza. Chi è in bolletta può chiedere pasti gratuiti al comune.
– Va così male a Cleveland?
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