Invito al palazzo del deviante di Tim Powers non è un romanzo esaltante: la trama come il finale sono scontati. Il romanzo, pur avendo vinto il premio Philip K. Dick nel 1996, convince poco; scritto con stile preciso, la trama manca di carattere: questo lavoro di Tim Powers manca di veri e nuovi spunti di riflessione, sembra quasi che Tim Powers si sia limitato a riciclare e a montare idee dickiane condendole con qualche effetto speciale stereotipato tipico della narrativa cyberpunk.
Le bombe hanno devastato Los Angeles e la Terra è stata ricondotta ad uno stato sociale barbarico. La civiltà - se di civiltà si può parlare - si adopera come può per sopravvivere giorno dopo giorno: la Terza Guerra ha distrutto quasi tutta la conoscenza umana, ma non è riuscita a debellare le classi sociali, difatti esistono ancora i ricchi che sempre troppo hanno e i poveri che solo possiedono la loro povertà, le malattie. La povertà ha trovato rifugio nelle droghe che invadono la società e nel fanatismo della religione professata da Norton Jaybush, un'entità aliena di cui si ignorano identità e natali. Il Palazzo del Deviante, club privato, ha la triste fama di esser ricovero di alienanti perversioni ideologiche e corporali; tuttavia molti si rivolgono al misterioso culto religioso fondato da Norton Jaybush perché è l'unica speranza di continuare ad essere e poco importa se il prezzo da pagare è la propria anima. Il Palazzo del Deviante è per quella parte di umanità indigente sopravvissuta alla guerra motivo di terrore e attrazione allo stesso tempo.
Greg Rivas, quando era ancora un diciottenne, si era unito ai seguaci di Norton Jaybush, ma dopo tre anni di militanza era riuscito ad abbandonare il gregge dei fanatici religiosi; dopo tredici anni viene assoldato per recuperare la figlia di un ricco possidente che si è unita ad un gruppo di religiosi. Greg non può rifiutare l'incarico di recupero: la donna che deve strappare dalle grinfie di Norton Jaybush è stato il suo primo amore, un amore mai goduto, osteggiato, e che Greg non ha mai dimenticato. Nessuno crede che riuscirà nell'impresa di recuperare la giovane, ma Greg ha scoperto provando sulla sua pelle che l'influenza del culto di Norton Jaybush può essere contrastata grazie alla musica e al dolore. Più volte catturato dai seguaci di Jaybush durante la ricerca della donna, Greg si procura danni fisici, dolore, per non cadere prigioniero del Sangue, la droga ufficiale che Jaybush distribuisce ai suoi accoliti, una droga che una volta assunta porta assuefazione e in molti casi la morte. Greg Rivas alla fine riesce a trovare la donna, la sua prima fiamma, ma una volta portatala in salvo si rende conto di non amarla veramente; in compenso è riuscito a sgozzare Norton Yaybush e a trovare un'altra donna da amare.
Greg Rivas non potrà liberarsi per il resto della sua vita dall'orrore che ha scoperto uccidendo l'alieno Norton Jaybush: una volta sgozzato il nemico, questi sputa una sorta di pietra, l'anima della sua malvagità che Greg raccoglie e porta con se. La pietra non può essere distrutta, non può essere nascosta; l'anima di Norton Jaybush prigioniera della pietra invita Greg Rivas a congiungersi ad essa e solo la forza di volontà gli permette di non ingoiare la pietra per diventare un altro Norton Jaybush. La responsabilità che si è assunto custodendo l'anima/pietra dell'alieno costringe Rivas ad un eterno esilio insieme alla donna che ama, o crede di poter amare, donna che un tempo era una seguace di Jaybush.
Il Palazzo del Deviante è un libro che nulla aggiunge e nulla toglie al panorama della SF moderna.
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