Nei suoi viaggi Reynolds giunse anche in Europa, e per un certo tempo sostò in Spagna. In Albania

 non gli fu permesso entrare. Andò in Yugoslavia dove conobbe Tito, attraversò l’Urss entrando dalla Romania e uscendone da Leningrado. Raggiunse Israele, visitò la cultura tribale Tuareg nel Sahara, passò per Hong Kong. Reynolds ha usato qualche volta pseudonimi (Clark Collins, Mark Mallory, Guy McCord, Dallas Ross), e ha anche lavorato in collaborazione, soprattutto con Fredric Brown, August Derleth, Dean Ing (che ha completato alcune sue opere dopo la sua morte), Michael Bank. La bibliografia è alquanto estesa: dal 1951 al 1986, comprendendo alcune opere postume si contano cinque antologie personali, cinquantacinque romanzi, circa centosessanta racconti. Alcuni titoli testimoniano chiaramente le sue preferenze: Freedom, Pacifist, Revolution, Subversive, Utopian, Idealist, Looking Backward from The Year 2000, Criminal in Utopia, Tomorrow Might Be Different. La bibliografia italiana completa è consultabile in rete al sito del Catalogo Vegetti della Fantascienza, della Fantasy e dell’Horror.Reynolds morì il 30 gennaio 1983 e fu sepolto a San Luis Potosi, Mexico. E nel Messico, a San Miguel De Allende, egli aveva vissuto per più di trent’anni. Di lui rimane un’eredità letteraria molto interessante, vivace e originale, una narrativa soprattutto “di idee”. Idee che egli ha spesso saputo rappresentare in modo accattivante e personale. A ulteriore dimostrazione che la fantascienza non si occupa solo di guerre stellari. D’altronde, al di fuori della fantascienza, quanti sono i romanzi che s’interessano alla vastissima gamma di temi “forti” che tratta Reynolds? L’Autore meriterebbe tuttora una maggiore attenzione, e non solo in ambito fantascientifico. Molte tra le sue opere migliori non sono mai apparse in Italia, inoltre sarebbe auspicabile una riproposizione di lavori già editi. Ottima idea quindi la riedizione, per la Delos Books, del più che attuale Effetto valanga, nella traduzione di Luca Volpino con introduzione di Salvatore Proietti.

In un suo breve “pezzo” apparso nel 1974 su “Science Fiction Studies” intitolato What Do You Mean—Marxism?, Reynolds raccontava di essere cresciuto in una famiglia di “socialisti marxisti”, della sua insoddisfazione di fronte ai risultati del socialismo reale dei paesi da lui visitati, aggiungendo di continuare a considerarsi uno scrittore socialmente impegnato; e fra le sue storie più significative di argomento politico-economico segnalava i racconti Russkies, Go Home!; Freedom; Utopian, e i romanzi Mercenary from Tomorrow, Time Gladiators, nonché Tomorrow Might Be Different. Un titolo, quest’ultimo, quintessenza del pensiero e della narrativa di Mack Reynolds.