La politica continuò a rivestire un ruolo di particolare importanza nella sua crescita artistica, tanto che Dick indisse una vera e propria crociata intellettuale contro Richard Nixon, già braccio destro del famigerato senatore McCarthy. “Tricky Dick”, ovvero “l’infido Riccardino”, come veniva soprannominato il senatore repubblicano, assumeva agli occhi dell’autore californiano i tratti del potenziale dittatore reazionario, del nemico terribile, dell’incarnazione del male assoluto. E la sua ombra aleggia su molte figure letterarie di oppressori politici, a partire dalla figura marginale di Ernest T. Saunders, “il blando, semplice candidato dell’estremistico Partito Nazionalista” che diventa Presidente del Governo Federale nell’acerbo ma importante Il mondo che Jones creò (The World Jones Made, 1954).Dick riesce a fondere anche l’incertezza della realtà, la paranoia e il rischio della manipolazione in una vocazione apocalittica inedita e di fortissimo impatto emotivo, come dimostra il suo primissimo capolavoro: L’uomo dei giochi a premio (noto anche come Tempo fuori luogo o Tempo fuor di sesto, Time Out of Joint, 1959), che nel 1998 avrebbe ispirato il regista Peter Weir, lo sceneggiatore Andrew Niccol e l’istrionico Jim Carrey per il sorprendente The Truman Show. Il libro, che parte come un affresco realistico di critica sociale, presto si trasforma in una corsa serrata contro il tempo, quando Ragle Gumm comincia a sospettare di aver trascorso la vita in una realtà simulata a suo uso e consumo, ma anche di essere stato manipolato dal governo per fini non proprio innocui. L’ambientazione anni ’50 è uno dei punti di forza del romanzo, che può contare anche su una compiuta formulazione della paranoia dickiana che sarebbe poi divenuta proverbiale.E interessanti punti di contatto possono essere riscontrati tra questo libro e uno dei testi più celebrati della letteratura americana della seconda metà del ‘900, il National Book Award L’arcobaleno della gravità (Gravity’s Rainbow, 1973) di Thomas Pynchon, la cui opera è riconosciuta dalla critica come una delle più efficaci casse di risonanza per le angosce dickiane nella letteratura postmoderna.
Gli anni della frenesia creativa
In cerca di tranquillità dopo i frenetici anni di Berkeley, Dick si trasferì a Point Reyes Station, nella contea di Marin, cinquanta chilometri a nord di San Francisco. Le sue opere cominciarono a rispecchiare i travagliati rapporti familiari con la terza moglie, Anne Williams Rubenstein. Vedova del poeta Rubenstein, Anne era una donna colta e dalla forte volontà, già madre di tre bambine quando sposò Dick nel 1958. Fulminato da improvvisa passione, lo scrittore aveva lasciato d’impulso Kleo e si era legato in matrimonio con Anne. Da lei ebbe la sua prima figlia, Laura Archer. Ma il loro rapporto era tanto stimolante quanto frustrante: se da un lato Anne spinse Philip Dick a esplorare strade diverse dai sentieri a lui familiari della fantascienza, la risposta negativa degli editori alle sue ambizioni mainstream furono per lui un colpo durissimo. Nella sua paranoia incalzante, Dick si convinse progressivamente che la moglie avesse già assassinato il suo primo marito e ora si accingesse a riservargli il medesimo trattamento. Così si separò da lei per trasferirsi a San Francisco sul finire di un anno, come vedremo, cruciale: il 1964.
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