Il peccato originale, quello che riteniamo il più grave, è il fatto che i due curatori non pubblicarono scrittori italiani, se non in rarissime eccezioni e solo per scrittori non di genere, come Aldo Palazzeschi. Questa loro posizione venne riassunta con la famosa frase che più o meno recitava che un disco volante non avrebbe mai potuto atterrare a Lucca.Forse, per F&L gli scrittori italiani non erano in grado di scrivere opere degne dei loro colleghi americani o inglesi; oppure, che una storia di fantascienza ambientata in Italia non fosse credibile. Non sappiamo i veri motivi della loro presa di posizione, anche se probabilmente quelle appena citate sono le più probabili e accreditate. Giorgio Monicelli, fondatore della collana mondadoriana e loro predecessore, credeva invece in una science fiction scritta da autori italiani e fino a quando ha avuto lui la possibilità di scegliere i romanzi per Urania, gli scrittori italiani hanno avuto modo di pubblicare le loro storie.
Un peccato, perché la storia della fantascienza scritta da autori italiani avrebbe potuto avere una storia (scusate il gioco di parole) diversa da quella che ha avuto e forse non avremmo dovuto aspettare ne il premio Urania e ne il fenomeno Valerio Evangelisti per cominciare ad avere una percezione più ampia, anche presso i lettori non abituali di fantascienza, dell’esistenza di una science fiction autoctona. Perché di scrittori bravi e meno bravi ne esistevano (leggere l’illuminante saggio di Vittorio Curtoni Le frontiere dell’ignoto. Vent’anni di fantascienza in Italia del 1977, pubblicato dall’Editrice Nord).
F&L restano nella storia della letteratura di fantascienza in Italia e qualcosa vuol pur dire se nella mente del lettore italiano, quando si parla di Urania, viene in mente automaticamente quella curata dai due e con le bellissime copertine disegnate da Karel Thole.
Ma che i due non abbiamo permesso alla fantascienza scritta da italiani di poter trovare spazio sulla collana più importante resta una scelta davvero incomprensibile. In una parola, un peccato.
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