Il romanzo dell’affermazione è Little Brother (2008); qui il riferimento a Orwell (“piccolo fratello”) è diretto, e troviamo quasi un manifesto di intenti che aggiorna, e cerca di impedire, le nuove versioni degli scenari di Nineteen Eighty-Four.[3] Il bersaglio diretto è la legislazione dello Homeland Security Act statunitense, con le sue limitazioni alle libertà personali nel nome dell’antiterrorismo (in questo caso, la distruzione del Bay Bridge); il gruppo di adolescenti di San Francisco (da sempre, la città-mito della dissidenza giovanile) appassionati di computer e di giochi virtuali è il primo a rendersi conto che sta nascendo un nuovo stato di polizia, e si ritrova incarcerato in circostanze assurde. È questo gruppo che guida la resistenza underground fino a sconfiggere la minaccia di dittatura, utilizzando la rete per la diffusione di informazioni inaccettabili per il potere. Doctorow è senz’altro mosso dalla fiducia in una sfera pubblica democratica: ci sembra un sogno prezioso.Le comunità di bricoleur informatici sono centrali anche in Makers (2009), e poi in un nuovo juvenile, For the Win (2010) che intreccia mondo dei giochi online e riflessioni sulle nuove forme di economia. Sempre prolifico, Doctorow ha annunciato Pirate Cinema per il 2012, che descriverà la vita di un gruppo londinese di appassionati di musica, un seguito di Little Brother che dovrebbe intitolarsi Homeland, e un romanzo in collaborazione con Charles Stross, una ripresa comica del mito della “Singolarità” intitolata Rapture of the Nerds, l’estasi dei nerd; Doctorow sa parlare di politica con una spruzzata di autoironia: anche questo ce lo fa apprezzare.
Parallelamente ai romanzi, c’è un’apprezzatissima produzione di narrativa breve, in parte raccolta nelle antologie A Place So Foreign and Eight More (2003) e Overclocked: Stories of the Future Present (2007). Qualcuno di questi racconti è stato tradotto in italiano, a partire da Craphound (1998), la buffa storia di un rigattiere che, in cambio di altissima tecnologia aliena, vende ricercatissimi detriti culturali terrestri: il cacciatore di trash (il suo soprannome, in originale, è un po’ più esplicito) diventa il più efficace rappresentante della nostra civiltà. Ma abbiamo potuto leggere anche Visit the Sins (1999), toccante storia sul contatto fra generazioni; Nimby and the Dimension Hoppers (2003), antimilitarista storia alla Sheckley; I, Robot (2005), omaggio ad Asimov con intelligenze artificiali; When Sysadmins Ruled the Earth (2006), con un disastro globale in cui gli informatici sembrano gli unici portatori di un’innocenza indispensabile per la ricostruzione, vincitore del premio Locus.[4]
Lo stesso premio è andato anche a questo romanzo breve After the Siege (2007), uscito prima in russo e poi sul sito Infinite Matrix, che chi scrive lesse solo l’anno scorso, trovandolo subito notevolissimo. Siamo contenti che la nostra segnalazione sia stata raccolta. “Dopo l’assedio”, dice il titolo: il riferimento è all’assedio di Leningrado durante la Seconda Guerra Mondiale, sul quale Doctorow aveva ascoltato le testimonianze di prima mano raccontategli da una nonna. In questo caso, c’è stata una “rivoluzione”, legata alla diffusione e allo scambio di tecnologie avanzate; in una classica tradizione della fantascienza, la vita quotidiana di una città senza nome progressivamente si dissolve e si ricompone sotto la pressione del disastro incombente. Fra stampanti 3D, scienziati che sembrano “maghi” e la prospettiva di diventare “zombi”, la figura centrale è tutt’altro che una persona che ha il controllo: semplicemente una ragazzina che si ritrova immersa in un mondo da incubo. E la sua innocenza, ancora una volta, rappresenta la miglior risorsa di sopravvivenza.
La giovane Valentine, così, diventa il più efficace e coinvolgente dei personaggi di Doctorow, che nella lucidità dell’analisi economica si conferma come il migliore esponente di una rinnovata social science fiction per il nuovo millennio.
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