Popa non riuscì a trovare altre parole da dire nei due secondi che occorsero a Mata per stampare due grossi baci sulla fronte dei suoi bambini e sbattere la porta, e non rimasero che Valentine, Popa e Trover che ancora strillava. Suo padre si asciugò le lacrime con i pugni, senza preoccuparsi di nasconderle, e disse: – Bene, allora, chi vuole i pancake? Ma non c’era corrente e dovettero arrangiarsi con i cereali.
Due settimane dopo l’inizio dell’assedio, sua madre non rientrò a casa e il municipio mandò a prendere suo padre.
– Tutti gli adulti, compagno, tutti gli adulti combattono per la città.
– I miei figli… – farfugliò lui. Mata era stata fuori tutta la notte, e non era la prima volta. Lei e Popa ormai si parlavano appena.
– La tua ragazza è abbastanza grande da badare a se stessa, vero, tesoro? – La donna del municipio era bassa e robusta, portava una pesante corazza ed era rossa in faccia per via dei dieci piani fatti per raggiungere il loro appartamento. La corrente degli ascensori era quasi sempre staccata.
Valentine si aggrappò alla gamba del padre. – Il mio Popa combatterà per la città – disse. – È un eroe.
Lo era. Aveva combattuto nella rivoluzione e aveva ricevuto una medaglia. A volte, quando nessuno guardava, Valentine tirava fuori le medaglie dei genitori e osservava le minuscole scritte, le superfici splendenti a prova di graffio, i nastri intricati.
La donna del municipio diede a suo padre un’occhiata che diceva, Vedi, una bambina capisce, tu che scusa hai? Valentine non si sentiva colpevole per aver preso le parti della donna. I genitori di Leeza combattevano tutti i giorni.
– Devo lasciare un biglietto per mia moglie – disse Popa. Valentine capì che per la prima volta in vita sua i suoi genitori stavano per lasciarla tutta sola e sentì un brivido d’eccitazione.
Due settimane e un giorno dopo l’inizio dell’assedio, Mata tornò a casa e il municipio venne a cercare Valentine.
Mata era sporca ed esausta ed evitava di sforzare una gamba mentre si muoveva per l’appartamento preparando cereali freddi con acqua – tutto il latte era andato a male – e frutta secca. Trover la guardava con curiosità, come se non la riconoscesse, ma dopo un po’ le finì tra i piedi e lei gli abbaiò di spostarsi e lui si lanciò in un capriccio liberatorio, picchiando i pugni e ululando. Come sapeva ululare, il ragazzino!
Mata sedette a tavola con Valentine e tutte e due mangiarono i cereali.
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