Il primo romanzo di Franco Forte è stato un romanzo di fantascienza, Gli eretici di Zlatos, cominciato come opera a quattro mani col sottoscritto che ben presto rimase indietro surclassato dalla prolificità di questo autore. Oggi, con parecchi romanzi di successo alle spalle, Forte non scrive più fantascienza, ma continua comunque a occuparsene, sia come direttore editoriale della Delos Books che come editor delle collane da edicola Mondadori, Urania inclusa.
La sua ultima fatica introduce un personaggio molto particolare, Niccolò Taverna: un notaio criminale, una figura analoga agli odierni magistrati che si muove in una Milano del Cinquecento piagata dalla Peste. È il secondo romanzo che Franco ambienta nella Milano di quell'epoca, dopo I bastioni del coraggio uscito nel 2010.
La quarta di copertina. Milano, anno del Signore 1576. Sono giorni oscuri quelli che sommergono la capitale del Ducato. La peste bubbonica è al suo culmine, il Lazzaretto Maggiore rigurgita di ammalati, i monatti stentano a raccogliere i morti. L’aria è un miasma opaco per il fumo dei roghi accesi ovunque.
In questo scenario spettrale Niccolò Taverna, Notaio Criminale, viene chiamato a risolvere due casi: un furto sacrilego in Duomo e un brutale omicidio. Chi ha assassinato il Commissario Inquisitoriale Bernardino da Savona? E perché? E chi ha rubato il candelabro di Benvenuto Cellini dal Duomo?
Un’indagine incalzante, con lo spettro incombente della Santa Inquisizione, per risolvere un caso di omicidio che potrebbe dimostrarsi molto pericoloso. Lo stesso arcivescovo Carlo Borromeo pare implicato, così come le più alte cariche della Corona di Spagna e della Santa Sede. Per non parlare dell’ordine degli Umiliati, che il Borromeo ha cancellato e che già una volta ha cercato di uccidere l’arcivescovo di Milano.
Sfruttando le sue straordinarie capacità investigative e le tecniche d’indagine dell’epoca, il Notaio Criminale Niccolò Taverna cerca di venire a capo di questi due intricati casi, che rischiano di compromettere la sua carriera e la sua stessa incolumità. Pur sostenuto da un intuito eccezionale, è costretto a combattere contro troppi nemici, tutti troppo potenti: pericolosi assassini, la Santa Inquisizione, la peste, i cui artigli ghermiscono proprio chi Niccolò ha di più caro.
Per il più abile Notaio Criminale di Milano la sfida è aperta e la posta in gioco è alta: la propria carriera e la propria incolumità. Oltre all’amore per una fanciulla nei cui occhi ha l’impressione di annegare.
Un thriller straordinario, che non concede soste al lettore, sostenuto da una rigorosa ricostruzione storica…
L'autore. Franco Forte nasce a Milano nel 1962. Giornalista, traduttore, sceneggiatore, editor delle collane edicola Mondadori, ha pubblicato i romanzi Roma in fiamme, I bastioni del coraggio, Carthago, La Compagnia della Morte, Operazione Copernico, Il figlio del cielo, L’orda d’oro – da cui ha tratto per Mediaset uno sceneggiato tv su Gengis Khan – tutti editi da Mondadori, e La stretta del Pitone e China killer (Mursia e Tropea). Per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su Giulio Cesare e ha collaborato alle serie RIS – Delitti imperfetti e Distretto di polizia. Direttore della rivista Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it), ha pubblicato con Delos Books Il prontuario dello scrittore, un manuale di scrittura creativa per esordienti.
Franco Forte, Il segno dell'untore, Mondadori 2012, 342 pagg., 15 euro.
Il sito del romanzo: www.ilsegnodelluntore.it.
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