Il grande richiamo del ciclo di Dune non ha lasciato indifferente il mondo del cinema. È noto che il primo a lavorare seriamente a una trasposizione del romanzo di Frank Herbert fu Alejandro Jodorowksy. Il regista cileno lanciò il progetto nel 1975, scritturando nomi eccellenti per le scenografie (Moebius e H.R. Giger), per le musiche (i Pink Floyd) e ipotizzando, tra gli attori, persino Salvator Dalì. Jodorowksy fu colpito dalla visionarietà dell’opera di Herbert, ma Hollywood rimase fredda al progetto che il regista aveva impostato e non se ne fece nulla. Qualcosa, soprattutto nel concept grafico, fu poi recuperato nel successivo tentativo, questa volta andato in porto, di David Lynch. Autore eclettico e anticonvenzionale, Lynch a sua volta diede al suo Dune (uscito nel 1984) un’interpretazione originale, che non entusiasmò però Herbert. Il ruolo da protagonista, quello di Paul, fu affidato Kyle MacLachlan, che poi sarebbe stato di nuovo diretto dal regista nel suo successivo Velluto blu; nel cast, davvero stellare, figuravano tra gli altri Sting, Silvana Mangano, José Ferrer, Max von Sydow, Patrick Stewart, Sean Young. Ma il film, tra l’altro portato in Italia da De Laurentis in una versione mutilata e disconosciuta dal regista, non convinse il pubblico: eccentrico, poco comprensibile, fastidioso in certi punti, imbarazzante in altri (come il malriuscito tentativo di trasporre i pensieri dei personaggi, che nel romanzo giocano una parte importante), il Dune di Lynch è oggi ricordato soprattutto per il suo flop, di pubblico come di critica.Nel 2000 la casa di produzione del canale americano SciFi Channel realizzò una miniserie in tre puntate, in Italia andata in onda con il titolo Dune – Il destino dell’universo, che nonostante i mezzi più scarsi a disposizione, una regia meno brillante e un cast assai più modesto (il misconosciuto Alec Newman nelle parte di Paul, gli unici nomi noti sono quelli di John Hurt e Giancarlo Giannini), ebbe comunque il merito di realizzare una trasposizione fedele, chiara e pulita, pur non mancando di citare alcune scene del film di Lynch. L’inaspettato successo ha poi portato alla realizzazione di un seguito, più altalenante nel risultato: I figli di Dune (2003) fonde insieme i due romanzi successivi al capostipite e mette in scena la caduta di Paul Muad’dib e l’ascesa del figlio Leto. Nel cast si aggiungono James McAvoy, che interpreta il giovane Leto II, insieme a Alice Krige nei panni di Lady Jessica e Susan Sarandon nel ruolo della principessa Corrino.Il destino di Dune è quello di una trasposizione per il grande schermo che dia finalmente al capolavoro di Frank Herbert la giusta soddisfazione. Nel 2007 Hollywood aveva ripreso in mano il progetto e rimesso in moto la macchina di produzione, per una nuova trasposizione inizialmente prevista per il 2012. La regia era stata in un primo momento affidata a Peter Berg, autore di film molto deboli, poi al quasi sconosciuto francese Pierre Morel, che nel 2010 ha poi rinunciato al progetto, riservandosi la co-produzione. Dopo due sceneggiatore e un’accanita ricerca di una terza (e di un terzo regista), a marzo la Paramount, che deteneva i diritti del romanzo, ha rinunciato a rinnovarli. Per il momento, dunque, il progetto di un nuovo film di Dune è abbandonato.Per rivivere le atmosfere di Herbert, non resta che approfittare della coraggiosa operazione editoriale della Fanucci o, per chi i romanzi già li ha, riprenderli in mano e tornare a solcare i deserti del pianeta Arrakis.
Dune e il suo universo: la saga, i prequel, i sequel, i film
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