Se al cinema Avatar di James Cameron è stato l'evento degli ultimi anni, nei videogame esce oggi quello che si preannuncia come un altro fenomeno epocale: Star Wars: The Old Republic, l'appuntamento imperdibile per ogni fan di Guerre stellari, nonché, si vocifera, il gioco più costoso di tutti i tempi. Il budget si aggirerebbe vicino ai centocinquanta milioni di dollari. Si tratta di un mmo, un titolo esclusivamente online per personal computer in cui sono coinvolti alcuni dei principali big del digital entertainment. Coprodotto da Lucasarts ed Electronic Arts, segna il debutto di Bioware nel genere dei giochi multiplayer di massa. Per l'occasione, la casa canadese di Baldur's Gate e Mass Effect ha costituito uno studio ad hoc, ad Austin, in Texas, dove da più di un lustro stanno lavorando al progetto, che ha un carattere molto diverso da quello del precedente e tribolato esperimento online di Sony, Star Wars Galaxies.
Ambientato trecento anni dopo l'incompiuta trilogia di Knights of the Old Republic e tremilacinquecento prima dei film, Star Wars: The Old Republic catapulta la galassia lontana lontana di George Lucas nei tumulti della guerra tra jedi e sith, spalancando lo scenario a un'infinità di nuove storie da raccontare, delle quali i giocatori diventeranno assoluti protagonisti. Come da tradizione Bioware, nel gioco la narrazione sarà una valvola importante. Gli sviluppatori di The Old Republic si sono impegnati enormemente per iniettare il carattere delle migliori avventure classiche nella struttura di un videogame multiplayer. Da qui la presenza di filmati di stampo cinematografico, dialoghi a scelta multipla attraverso cui influenzare l'evolversi delle vicende e un cast completo di doppiatori che danno voce a ogni personaggio, dai principali alla più piccola comparsa.
Quando si crea il proprio alter ego, tra le fila della Repubblica o dell'Impero, jedi o sith, contrabbandiere o cacciatore di taglie e via discorrendo, si comincia un'autentica trama calibrata sulle decisioni prese man mano dal giocatore. Ciascuna classe ha un canovaccio originale che porta a esplorare mondi, svolgere missioni e incontrare attori virtuali differenti, triangoli alla Luke, Han, Leia o spalle alla Chewbacca e C-3PO le quali, piuttosto che rimanere sullo sfondo, si inseriscono con le loro peripezie nell'intreccio, accompagnandoci, commentando e interagendo come i comprimari di Mass Effect durante le nostre peregrinazioni, da Korriban a Nar Shaddaa, da Tython a Tatooine, da Ord Mantell a Coruscant.
In realtà, pur enfatizzando anche con queste soluzioni “alla Bioware” il ruolo del singolo nel racconto globale, in The Old Republic non si è ovviamente mai completamente soli. Sui server del videogame, che aprono i battenti ufficialmente oggi, nei giorni scorsi si trovavano già oltre un milione di utenti entrati in anteprima. A seconda dei gusti, si può optare per uno stile di gioco più competitivo (sfidando altri appassionati nel PvP) o più collaborativo (superando le sfide proposte dal computer nel PvE). Il modello di riferimento può ricordare gli mmo d'azione dal ritmo particolarmente sostenuto come il bestseller World of Warcraft, ma Bioware assicura che l'enfasi del suo titolo sulla storia è qualcosa di totalmente inedito che introdurrà i videogame online in una nuova era di narrazione digitale dalla quale, una volta provata, non si potrà più tornare indietro. Per vivere una seconda vita da jedi e sith, accanto all'obbligo di rimanere connessi a internet, bisognerà pagare un abbonamento mensile. Acquistando il gioco nei negozi, i primi trenta giorni sono compresi nel prezzo.
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