"Questo non è un libro steampunk". Così comincia l'introduzione di Salvatore Proietti di questo piccolo classico, questo cult della fantascienza moderna che è la Trilogia Steampunk di Paul Di Filippo, in questi giorni in arrivo nelle librerie in una nuova, curatissima edizione.
Non è steampunk, dice Proietti, secondo i modelli che in questi anni stanno dando nuova popolarità al termine; e del resto, è sempre difficile racchiudere negli schemi uno scrittore eclettico e brillante come l'autore di Providence. La frase finale dell'introduzione di Proietti, peraltro, è "questo libro è il capolavoro dello steampunk", e lasciamo al lettore scoprire i ragionamenti intermedi che portano il noto critico ed esperto dalla frase iniziale a quella finale.
Salvatore Proietti è anche l'autore della nuova traduzione con cui questo testo - già uscito molti anni fa nella Cosmo Argento dell'Editrice Nord - viene riproposto al pubblico, una traduzione di qualità di cui si sentiva l'esigenza anche a causa della complessità del testo originale, un percorso a ostacoli tra citazioni, riferimenti colti, persino imitazione stilistica di autori dell'epoca.
La nuova edizione esce in un formato insolito per la collana Odissea: grande formato - 15x21cm - con illustrazioni interne di Luca Oleastri, autore anche della copertina.
La quarta di copertina. Cos’è accaduto alla regina d’Inghilterra? È realmente lei la creatura dagli strani appetiti che da qualche tempo siede sul trono dell’Impero Britannico? Da dove vengono i mostri dell’abisso lovecraftiano che minacciano il Massachusetts? In quale curiosa epoca sono stati condotti i poeti amanti Walt Whitman ed Emily Dickinson?
Tra i tanti sottogeneri del fantastico, della fantascienza e del fantasy, lo steampunk è uno dei più affascinanti, con i suoi scenari vittoriani, con le sue straordinarie tecnologie senza elettronica ed elettricità basate su ingranaggi
e motori a vapore. Tra i pionieri del genere, che annoverano nomi come Tim Powers, William Gibson, Bruce Sterling e Alan Moore con la sua Lega degli Uomini Straordinari, un posto particolare spetta a Paul Di Filippo, primo a usare il termine steampunk in un titolo proprio con il presente libro.
Tre storie ambientate nel diciannovesimo secolo, in una girandola di avventure narrate con l’arguzia e il consueto filo di ironia che caratterizzano questo autore.
L'autore. Natìo della uggiosa Providence, nello stato del Rhode Island, che diede a lui i natali nel 1954 e, una manciata di lustri dianzi, all’illustre H.P. Lovecraft, Paul di Filippo manifestò sin dai suoi primi componimenti splendide doti sia di eclettismo nella scelta dei temi, sia di imprevidibilità e d’estro, doti che i più avveduti e lungimiranti tra i critici gli riconobbero anzitempo.
Spaziando le sue storie tutte tra i sottogeneri dell’affabulazione cosmogonica, l’Autore si distinse, primo tra i primi, nella composizione di novelle fantastiche, arricchite di riferimenti a macchinarî e altri prodigî della nuova tecnica e positiva scienza, ambientate al tempo in cui era Vittoria a portare la Corona d’Inghilterra.
Viene così tuttora indicato quale fondatore del genere letterario che porta il nome di steampunk, la cui celeberrima trilogia che ivi presentiamo ne è fulgido e mirabile esempio.
Già anteriormente i suoi versi, in forma di novelle e florilegi di scritti brevi, sono stati dati alle stampe nella nostra Patria, volgati nella italica favella: tra essi, non ultimo, il lodevole romanzo Un anno nella città lineare, dato alle stampe per gli stessi tipi di questo editore e acclamato finalista in concorsi letterari tra i più rinomati.
Negli ultimi anni si è vieppiù distinto nell’ideazione e componimento di novelle illustrate. Esercita inoltre con autorevolezza e severa competenza l’arte della critica letteraria al servizio dei più importanti fogli del Nuovo Mondo.
Paul Di Filippo, La Trilogia Steampunk (Steampunk Trilogy), traduzione e introduzione di Salvatore Proietti, Copertina e illustrazioni interne di Luca Oleastri, Odissea Fantascienza 51, Delos Books, pagg. 320, euro 14,90.
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