Franco si siede sul bordo della branda e dalla sacca prende un flaconcino di pillole. — Ti spiacerebbe darmi dell’acqua? A quest’ora devo prendere la mia pillola della pressione, altrimenti rischio di finire per terra. — Certo. Gaetano torna subito con un bicchiere d’acqua e lo da a Franco. Daniele sta fissando la piccola pillola bianca.— Sembra una caramella.— Non è una caramella, però — risponde Franco subito dopo averla deglutita — e non è l’unica pillola che devo prendere. Solo al mattino ne ho anche una per il cuore e una per il diabete.

— Anche tu sei salito e sceso da una collina?

— Non proprio. Volendo si può dire che ci sono salito, ma che non ne sono ancora sceso.

Daniele e Gaetano lo fissano senza capire.

— Ho superato i 65 anni e quindi è arrivato il mio momento di fare il soldato. E dato che fino a qualche tempo fa facevo il professore, che vuol dire che insegnavo, allora sono diventato direttamente sergente. Chissà. Con il tempo potrei anche aspirare al ruolo di ufficiale.

— Ca-capisco — risponde Gaetano anche se il concetto tende a sfuggirgli come se fosse un’anguilla.

— Anche voi potete diventare ufficiali.

— Come il tenente Ruggiero?

Il vecchio si passa la mano rugosa sotto il mento. — È il vostro tenente, giusto? Anzi, il nostro tenente a questo punto.

— Sì.

— Mi sembra un tipo in gamba.

Daniele ha un lieve sussulto e si dirige verso la finestra. Si mette a guardare fuori, ma è evidente che con la coda dell’occhio sta guardando gli altri due. Le spalle si agitano e non riesce a tenerle ferme.

— Daniele non sta molto simpatico al tenente. Ogni tanto discutono — sussurra Gaetano con l’intenzione di farsi sentire solo da Franco.

— Capisco.

— Il tenente Ruggiero ha un bel ca-caratterino. Non è facile andarci d’accordo, però. È bravo; soprattutto sa tirare molto bene. È la persona più bassa che conosco che sa tirare così bene. Noi non siamo così bravi e lui non è contento. Vorrebbe che tutti sparassimo bene come lui, ma non so se ci riusciremo mai. E tu, sei bravo a sparare?

Franco sorride e tira fuori dal taschino della camicia un paio di occhiali. Le lenti sono spesse.

— Senza questi, sparo come una talpa! Ma con questi, centro qualsiasi bersaglio. Vi insegnerò come sia possibile migliorare; vi ho detto che facevo l’insegnante prima di entrare in servizio. Ed ero anche bravo. Anche se adesso sono un soldato e non ho più una classe, credo di potervi insegnare qualcosa.

Daniele si sposta dalla finestra. — Sei un amico! — dice, e ciondolando va ad abbracciare il sergente.

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