Altre buche e altri fossati li attendono. In alcuni casi ci sono ulteriori ostacoli, come del filo spinato subito dopo il bordo, per cui è necessario gettarsi a terra e strisciare sotto le barriere per non rimanere punti, oppure bisogna salire dei gradini e gettarsi dall’altra parte. È faticoso, ma fa parte dei compiti di un soldato. E se un soldato assolve a tutti i suoi compiti, ha onorato il suo ruolo. E così tutti sono soddisfatti.La collina si avvicina, gli ostacoli vengono superati. Gaetano e Daniele sono davanti a tutti e giungono per primi sulla sommità.— Guarda… guarda amico, c’è un cartello! — dice Daniele.

Proprio in cima c’è un paletto su cui è stato inchiodato un pannello di legno; qualcuno ha usato della vernice nera per scriverci sopra qualcosa.

Gaetano ansima per lo sforzo, ma appoggia l’indice al cartello e lo legge seguendo una a una le lettere con il dito.

— Adeeeesso che… adesso che siete aaaarriva-ti in cima…

Daniele si guarda attorno per assicurarsi di essere proprio in cima.

—… in cima vir-virgola tornate indietro dal sergente istu-isstru… istruttore. I primi verranno promossi.

— Che bello! — gongola Daniele senza però muoversi.

— Allora andiamo.

— Ma così gli altri li lasciamo indietro — infatti i compagni della loro squadra stanno per raggiungerli.

Gaetano guarda ancora il cartello. — Dice di to-tornare e noi to-torniamo, giusto?

— Però mi spiace, mi spiace un poco.

— Anche a me, ma dobbiamo ub-ubbidire agli ordini del cartello.

E così ridiscendono la collina e affrontano di nuovo i fossati e le buche. Il fango, che fino a quel momento li ha risparmiati, si attacca alle loro uniformi e li sporca in faccia, finisce loro negli occhi e li tratta come se dovesse vendicarsi di un affronto.

Malgrado questo, però, arrivano per primi dal sergente istruttore. — Bravi. Molto bravi — dice — E adesso… — poi si ferma e non dice più nulla, perché il pensiero che deve esprimere si è perso tra i neuroni degenerati, e il vuoto agisce come un sasso troppo grande quando blocca lo scorrere di un ruscello.

Rimangono così a guardarsi tutti e tre fino a quando Daniele non abbraccia entrambi.

* * *

Comando Supremo, 4 novembre 1918

La guerra contro le forze della Triplice Intesa e i suoi alleati che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, prosegue.