In un avanzatissimo Egitto ucronico una serie di eventi "fortuiti" portano alla luce il prototipo di un nuovo essere.
Nel panorama italiano scrivere fantascienza a fumetti significa, nel bene o nel male, confrontarsi con Nathan Never ed ancor di più il confronto è sentito se si esce con una testata di simile formato. A prima vista Kepher, pubblicato alla fine dell'anno scorso per Star Comics, sembrerebbe proprio la risposta o ancor di più un attacco al pubblico Bonelli da parte dell'editore di Perugia. Una lettura del genere della testata sarebbe però alquanto superficiale e non potrebbe portare lo spettatore più lontano dalla realtà effettiva di una creazione originale e curatissima. Già dalla grafica e dall'impaginazione si capisce la scelta degli autori di mescolare e contaminare ispirazioni estere, sia di matrice europea sia d'oltreoceano, in un contenitore che sia migliore della somma fra le parti e soprattutto che possa affascinare con atmosfere inedite ed accativanti. Roberto Cardinale e Stefano Nocilli riescono a creare un fumetto dove si respira fantascienza, dove la fantascienza sostiene ed esalta una narrazione ricca di contenuti e di sostanza, senza relegare l'ambientazione futuristica ad un semplice ed arido fondale presto dimenticato dal lettore.
Ci si trova di colpo proiettati nel Regno delle Due Terre, un Egitto importante nel panorama mondiale ma in declino, squassato da profonde correnti di cambiamento e da una lotta religiosa in grado di far affondare definitivamente il paese. Il Faraone Tutmosi X tenta in tutti i modi di traghettare la sua nazione in una nuova era di sviluppo e di fioritura possibilmente senza ridurla ad un cadavere fumante, osteggiato in ogni suo passo dagli attentati terroristici orchestrati dal clero politeista e sostenuti dalle finanze nonchè dall'avanzatissima tecnologia del Celeste Impero. Proprio in uno di questi attentati Selek Edar, protetto del Faraone e generale dell'esercito egiziano, viene ferito in modo mortale sul campo di battaglia. Sconvolto dai sensi di colpa e incitato dalla moglie, segretamente innamorata del giovane Selek, Tutmosi tenta di salvarlo a tutti i costi proponendolo come cavia del progetto Kepher, destinato ad integrare in un corpo umano nanomacchine di oscura provenienza ed ancor più oscura comprensione. Avanzatissime protesi, un superprocessore di nuova generazione e le nanomacchine stesse vengono a coesistere nel corpo martoriato di Selek Edar dando vita ad un nuovo essere che nulla ha in comune con il fatuo ed arrogante generale. Kepher dovrà cominciare un lungo viaggio alla ricerca della propria umanità, delle sue origini reali e soprattutto del suo posto in un mondo di ora in ora sempre più complesso.
Atmosfere oniriche che sembrano strizzare l'occhio ai fumetti di Enki Bilal come ambientazioni di un realismo estremo, degne delle tavole di guerra dell'editrice Fleetway, si fondono in una struttura uniforme e fluente, trascinando lo spettatore in un particolarissimo mondo ucronico pieno di echi e di spettri già visibile nel nostro. Puro cyberpunk, transumanesimo, post-cyberpunk e sapori classici usciti dagli anni d'oro della fantascienza tassellano la narrazione integrandosi alla perfezione in una storia per una volta di largo respiro, degna di poter stare alla pari con tanta produzione fantascientifica d'eccellenza.
Splendidi i disegni di Vito Rallo, attentissimo ai particolari e capace di rendere con pochi tratti espressioni complesse e ricche di emozione. Uno stile pulito, netto ma molto dinamico si sposa benissimo con il ritmo concitato della storia e soprattutto con l'insieme dell'impostazione narrativa, ricca di spazi non convenzionali e di tavole dal taglio cinematografico. Un ottimo lavoro iniziale che si spera di veder presto completato nonostante le vicissitudini editoriali affrontate in questo momento.
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