È possibile far evolvere un'intelligenza artificiale non scrivendone il software, ma accompagnandola in un graduale processo cognitivo come se fosse un bambino? E quali rapporti emotivi si sviluppano tra l'umano insegnante e il software con cui interagisce? È questa la domanda alla base di Il ciclo di vita degli oggetti software, la prima opera lunga dello scrittore più acclamato degli ultimi anni, Ted Chiang, che gli è valsa il suo quarto premio Hugo e che esce in questi giorni nella collana Odissea Fantascienza di Delos Books.
Chiang ha scritto pochissimo. Una dozzina di racconti circa, che hanno raccolto un numero di premi persino superiore. Quattro Hugo, quattro Nebula, e vari altri. Per la prima volta Chiang è andato oltre la lunghezza breve, con questa lunga novella, e il risultato non ha deluso le attese: un'altra statuetta è arrivata sulla già ricchissima mensola di questo giovane autore. Ed è un vero evento per Odissea portarla per la prima volta in Italia.
"È prima di tutto una risposta al modo in cui l’Intelligenza Artificiale è stata dipinta fino a ora nella fantascienza. Tipicamente viene descritta come un leale e obbediente maggiordomo: giri un interruttore ed è acceso, pronto a soddisfare i tuoi comandi. La mia sensazione è che dietro c’è una grossa storia nascosta, proprio sulla creazione della AI" dice Chiang in un'intervista che uscirà sul prossimo numero di Robot. "Non mi riferisco ai dettagli tecnici dello sviluppo di un software intelligente come un cervello umano, molta fantascienza si limite a dare per scontato uno sviluppo tecnologico miracoloso, senza bisogno di spiegarlo. Ma per quanto riguarda la AI secondo me c’è un secondo miracolo sottinteso, cioè che qualcuno sia stato in grado di prendere questo software intelligente come un cervello umano e renderlo utile come un maggiordomo."
"Il ciclo di vita degli oggetti software di cui si parla è osservato attraverso il confronto col ciclo di vita dei protagonisti umani" dice Charles Stross. "Su questa base Chiang riesce a ottenere un risultato molto raro: un romanzo di idee con un reale impatto umano."
La quarta di copertina. Negli anni Cinquanta Alan Turing ipotizzava di poter far “crescere” un’intelligenza artificiale istruendola come se fosse un bambino: fornendole i migliori organi sensoriali per mettere la macchina in contatto col mondo e cominciando a insegnarle a parlare e a capire il linguaggio umano.
Ma come sarebbe, davvero, allevare un’intelligenza artificiale nel mondo contemporaneo, l’era di internet fatta di società startup, di giochi di ruolo online, di software open source? Ted Chiang, che qui si cimenta per la prima volta su un’opera lunga, racconta la storia di due persone e del loro particolarissimo “cucciolo”, descrivendo i particolari ma inevitabili problemi che dovranno affrontare, come gli aggiornamenti dell’hardware e l’obsolescenza del software. E contemporaneamente propone una riflessione sulla reale differenza tra intelligenza e potenza di calcolo, e su cosa significhi davvero rapportarsi con un’entità artificiale.
L'autore. Ted Chiang è nato nello stato di New York nel 1967 e si è laureato in computer science all’università di Providence. Lavora principalmente come scrittore di documentazione tecnica nell’industria del software e abita a Bellevue, nello stato di Washington. Nel 1989 si è diplomato al Clarion in scrittura creativa. Chiang ha costruito la sua fama di autore cult con pochissimi racconti, non più di una dozzina, con i quali è riuscito a raccogliere una quantità di consensi e di premi straordinarie: quattro premi Nebula, quattro premi Hugo, due premi Locus, un premio Sidewise, un premio Sturgeon e altri minori. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in Italia dalla rivista Robot. Questo romanzo è finora l’opera più lunga mai scritta da Ted Chiang e nel 2011 è valsa al suo autore il quarto Premio Hugo.
Ted Chiang, Il ciclo di vita degli oggetti software (The Lifecycle of Software Objects, 2010), Odissea Fantascienza 50, Delos Books, pagg. 120, Euro 10.
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