L’idea del Far West o più all’italiana del Vecchio West sembra, di primo acchito, immutabilmente chiusa in se stessa per definizione, con poca disponibilità ed apertura a trame che non si svolgono nella classica direzione del genere e ancor meno verso la commistione di questo con altri generi o ambientazioni. Ci possono essere gli indiani, lo sceriffo buono o cattivo, il ricco possidente terriero che impone la sua legge a forza di soldi, il pistolero solitario o magari qualche strascico della guerra di secessione ma già qualcosa come Gli Spietati di Clint Eastwood può essere considerato come un western sperimentale. In effetti, proprio questa apparente impermeabilità alla contaminazione e una massiccia produzione di materiale con minime variazioni di trama e sceneggiatura ha da sempre attirato personalità particolarmente creative a cimentarsi con la materia, a maggior ragione se si parla di autori appassionati di fantascienza.
Wild, Wild West di Irving J. Moore (in tutte le sue incarnazioni fino alla più recente per la regia di Barry Sonnenfeld) come Ritorno al futuro, parte III di Robert Zemeckis sono chiari esempi di una riuscita, visionaria miscela di ambientazioni in cui la fantascienza riesce perfettamente a fondersi ed anzi esalta le atmosfere del Vecchio West. Possiamo definire un sottogenere della fantascienza di frontiera la visione ancora più estrema di coloro che non solo vogliono provare l’ebbrezza di portare avanzate tecnologie, viaggi temporali e pistole a raggi sulla frontiera americana di fine Ottocento ma che senza astronavi, alieni ed invasioni extraterrestri non riescono proprio a divertirsi. Nasce così lo Space Western, un modello ben preciso per opere che non vogliono farsi mancare nulla su entrambi i versanti: quello di atmosfera e quello fantascientifico.
Vari episodi di Star Trek, la serie Firefly ed il lungometraggio Serenity di Joss Whedon, come l’anime Cowboy Bepop, sono esempi della splendida riuscita di un’alchimia spesso non così semplice come appare ma dall’effetto sempre spettacolare. Proprio per questo, motivo probabilmente, Scott Mitchell Rosenberg ha scelto l’ambientazione Space Western per un fumetto la cui trasposizione cinematografica è nelle sale di tutto il mondo.
Cowboys & Aliens è stata ideata da Rosenberg - a tutt’oggi uno dei più conosciuti editori di fumetti americani (nonché ex vicepresidente della Marvel Comics, fondatore della Malibu Comics ed attuale presidente della Platinum Comics) - proprio come una graphic novel definita in gergo ashcan, un’opera cioè non fine a se stessa ma pensata già dalla creazione per essere sfruttata in altri canali mediatici, in particolar modo nel cinema. Elementi fondamentali della struttura narrativa sono quindi necessariamente una grande spettacolarità, scene d’azione mozzafiato, agghiaccianti colpi di scena ed un ritmo molto veloce a spese magari della complessità della struttura narrativa e dell’approfondimento dei personaggi.
Con un'idea di team creativo, in seguito completamente rivoluzionata, si poteva partire per la realizzazione dell’opera già nei primi anni Novanta, con la Malibu Comics, così da impostare un buon soggetto per la sceneggiatura del film a venire. Purtroppo, però, il fumetto prese una strada completamente diversa rispetto alla sua controparte cinematografica. Se è vero infatti che Cowboys & Aliens era stata concepita come ashcan già ai tempi della Malibu Comics, di cui Rosenberg era appunto ai vertici, è anche vero che, durante il turbinio del mercato fumettistico negli anni Novanta, ed infine il passaggio della Malibu alla Marvel, alcuni titoli rimangono congelati in attesa di definirne i diritti d'autore ed il fumetto originale si ferma mentre il film, di cui ad un certo punto verranno opzionati i diritti alla Dreamworks ed alla Universal, procede su di una linea parallela. Quando l'autore riuscirà infine ad avere il via libera per pubblicare Cowboys & Aliens con Platinum Comics, la sua nuova casa editrice, dovrà giocoforza mantenerne i criteri narrativi iniziali, perché sarebbe stata una pessima idea, dal punto di vista commerciale, sconfessare quanto fatto fino a quel momento, ma - allo stesso tempo - dovrà adattare le logiche di produzione e di confezionamento dell'opera ad un gap di quasi quindici anni dalla sua creazione, tentando di non influenzare in alcun modo il suo altro percorso cinematografico. Essendo spariti, ormai da tempo, coloro che avrebbero dovuto sviluppare l'opera, si imponeva una valida scelta degli artisti per adattarla al giorno d'oggi. Il fumetto sarà pubblicato nel 2006, con una trama che richiamasse sia quella di partenza, sia quella degli studios, ma allo stesso tempo se ne discostasse al punto da non far ricadere l'uscita in una semplice operazione pubblicitaria di seconda mano o in un gigantesco spoiler per il film realizzato di lì a poco.
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