Un evento segna il 1978: esce per Garzanti un’antologia di fantascienza italiana, dal titolo Universo e dintorni, curata da Inisero Cremaschi. Su di essa vi compaiono tutti gli autori più importanti e di diverse generazioni. Non manca, ovviamente, Curtoni che pubblica uno dei suoi racconti migliori: La volpe stupita, seguito ideale de La sindrome lunare. Nel racconto, il protagonista racconta la sua vita che intuiamo essere allucinata, così come la sua mente. La vita con la propria moglie Luciana, il lavoro che consiste nel passare informazioni a una sorta di servizio segreto del governo, l’incontro con Queirolo, una sorta di “coscienza”, un grillo parlante che tenta di far aprire gli occhi del protagonista sul mondo in cui vivono. È, in realtà, in corso una guerra, combattuta come in La sindrome lunare con gas allucinogeni e la vita del protagonista potrebbe essere solo un’unica immensa allucinazione, oppure la realtà. Al lettore, Curtoni lascia in qualche modo l’ardua sentenza. Un racconto poetico, che meglio di altri esemplifica la poetica dello scrittore piacentino che nasce sotto l’egida di due grandi scrittori e pensatori del Novecento: Albert Camus e Jean-Paul Sartre. L’esistenzialismo - la corrente letteraria e filosofica cui entrambi appartengono, seppur con sfumature decisamente diverse – è alla base anche della narrativa di Curtoni, il cui obiettivo è di indagare il turbamento dell’uomo davanti alla vita, a un’esistenza che mette a dura prova la psiche, i sentimenti, i valori dell’uomo moderno. E, in questo processo, la fantascienza e il fantastico giocano un ruolo fondamentale, perché Curtoni mette i suoi protagonisti, inizialmente persone normali, di fronte a fatti sconcertanti, inquietanti, “fantastici” e ne osserva le reazioni. Ma il tutto ha un fine preciso: raccontare la realtà. Usare il fantastico per scardinare, descrivere, riflettere sulla vita dell’uomo moderno e sulla società in cui vive.
Dopo la chiusura di Robot e delle altre riviste che Curtoni cura, tra cui ricordiamo almeno Aliens sempre edita da Armenia, il nostro si ritira dalla scena fantascientifica, rimanendovi sostanzialmente solo come traduttore. Al di là della partecipazione a Delos, con una rubrica, il ritorno è segnato dalla pubblicazione di Retrofuturo, una nuova antologia, dove da un lato ripubblica alcuni dei suoi migliori racconti - tra cui L’esplosione del Minotauro, La sindrome lunare, La luce e La volpe stupita – e dall’altro raccoglie in volume racconti più recenti, apparsi in varie riviste e/o pubblicazioni. Tra questi ultimi si segnala Il tempo dell’astronave, dove il protagonista vive su un’astronave generazionale che ha lasciato la Terra da oltre un secolo per dirigersi, dopo un viaggio di centododici anni, su un altro pianeta al fine di stabilirsi definitivamente. Un precedente tentativo di atterrare su un pianeta abitabile è fallito: gli uomini della spedizione sono scomparsi e gli unici superstiti sono impazziti, a quanto pare per un virus. La realtà è ben diversa e il protagonista la scoprirà da solo, dopo che ha ripetutamente richiesto di poter visionare i dati raccolti durante il fallimentare sbarco.
Fronte del tempo è una storia che poggia su un mistero: dal nulla è apparsa una casa abitata da una giovane coppia circondata da una strana barriera di luce che la rende completamente isolata, nessuno può passare oltre. I militari e gli scienziati inviati sul posto per indagare sanno già di cosa si tratta, perché la stessa cosa e successa in due luoghi diversi negli Stati Uniti e ora accade in Italia. Il signor Pardi è costretto a raggiungere la casa, nonostante sua moglie stia per partorire, perché i due abitanti della casa sono i suoi nonni e il tempo in cui vivono è il 1913. Il suo compito è impedire che la coppia concepisca un figlio proprio quella notte, cioè il padre di Pardi, altrimenti il futuro sarebbe compromesso. Il figlio di Pardi che sta per nascere, infatti, diventerà un astronauta e sarà inviato a esplorare i pianeti oltre il nostro sistema solare ma insieme ai suoi compagni s'imbatterà in un buco nero che modificherà l'universo stesso.
Una storia tutto sommato classica, così come il finale non risolutivo, ma angosciosamente inquietante.
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