Ormai siamo abituati all'idea che un computer possa battere il campione del mondo umano di scacchi; ma con tutta la nostra fantasia e predisposizione per la tecnologia, pensare che un robot possa mettere in difficoltà un calciatore appare ancora piuttosto improbabile.

Eppure a Seattle il 3 agosto è iniziata la quinta edizione del campionato del mondo di calcio per robot. Lo scopo è naturalmente ludico ma anche scientifico, un confronto fra i risultati ottenuti dalle università di tutto il mondo nella progettazione di robot autosufficienti; non telecomandati come quelli ben noti della trasmissione RobotWars, ma in grado di muoversi per il campo, di prendere le loro decisioni e anche di applicare strategie e schemi di gioco del tutto autonomamente e soprattutto - dettagli apparentemente banali ma in realtà molto più complessi - di vedere la palla e i confini del campo di gioco e distinguere i compagni dagli avversari.

Ben 111 le suadre partecipanti, messe in campo da 23 università di tutto il mondo. Per l'Italia è in gara la "romanissima" SPQR (Soccer Player Quadruped Robots), il team schierato dell'Università La Sapienza di Roma in collaborazione con NETikos, una società del gruppo Telecom Italia che sviluppa prodotti e servizi per il mobile Internet.

La squadra, già scesa in campo a Parigi lo scorso aprile alla RoboCup Camp 2001, si presenta a questo nuovo appuntamento con alcune importanti novità nel software, fra cui il sistema di localizzazione basato sul riconoscimento delle linee di gioco, il sistema di coordinamento per l'assegnazione dinamica dei ruoli durante la partita ed il sistema di decisione in grado di sviluppare strategie in tempo reale in risposta a numerosi eventi, come l'"infortunio" di un robot.

La RoboCup è una delle più importanti competizioni fra robot al mondo e, come dice il suo inventore, Hiroaki Kitano, lo scopo ultimo è quello di applicare le tecnologie sviluppate per questi robot in ambiti industriali e sociali.

Quest'anno debutteranno sul campo anche alcuni robot umanoidi che, al posto di ruote o cingoli, saranno dotati di gambe meccaniche con cui, nel 2050, qualcuno (ma non molti...) spera potranno riuscire a dribblare giocatori in carne ed ossa e magari vincere la prima storica partita di calcio fra uomini e macchine.

Tutte le informazioni sul sito www.cs.cmu.edu/~robocup2001/.