Il sistema binario, su cui si basa la matematica booleana, rappresenta la perfezione dualistica; introdurvi una terza variabile significa immettervi il concetto di sì, no, forse. Equivale anche a espandere, upgradare il modello matematico di riferimento verso un ordine di complessità superiore, esattamente come disegnare scenari della quarta dimensione con le possibilità tecniche e cognitive tridimensionali di noi umani (che in realtà, come abbiamo visto prima, sono bidimensionali); le tavole di Escher forniscono un’ottima esemplificazione intuitiva e grafica di quanto dico. Per espandere un poco il concetto, se parliamo di letteratura, la terza dimensione introdotta da certi scrittori è, per esempio, porre sul piano di una possibilità reale l’introduzione del fantastico, dell’onirico, del paradossale e così via, generando effetti distopici dovuti proprio all’aumento delle dimensioni da gestire.Tutto sembra indicare che il nostro mondo tridimensionale sia a noi ben comprensibile con l’uso di due sole variabili, e tale comprensione si complica anzi, peggiora, se esse diventano tre; se proviamo ad aumentare le dimensioni in cui ci muoviamo, espandiamo automaticamente le scelte (ossia: tre dimensioni, due scelte; quattro dimensioni, tre alternative, e così via). Avremo a che fare, nel caso di aumento delle dimensioni, con un paradigma che rende difficile alla nostra povera mente umana di coglierne tutte le sue sfumature; comprenderle costerebbe un dispendio cerebrale notevole. Ecco perché un postumano potrebbe essere più libero di un umano e capace di ergersi oltre gli angusti limiti che ben conosciamo: potenziandosi cerebralmente il postumano potrebbe riuscire a maneggiare agevolmente quattro, forse cinque dimensioni e a muoversi facilmente, quindi, nel reticolo dimensionale della nuova realtà matematica, ragionando con logica appropriata ed espansa.Ecco perché, continuando ad aumentare di complessità il ragionamento, un flusso di energia senziente – libero da ogni vincolo fisico e costituito da pura psichicità, oltre le quattro o cinque dimensioni – mi appare come l’ultimo traguardo visibile da perseguire, l’ultima frontiera, l’ultima visione della fantascienza. Potrebbe essere questa, per lungo tempo, la meta finale da tenere sempre ben visibile, un obiettivo lontano e folle, ma libero e potente, capace di affrancare dalle attuali miserie umane. Perché nulla di biologico, di umano o di postumano, può permetterci di esplorare con libertà le fantastiche promesse delle innumerevoli dimensioni matematiche possibili, che oggi non riusciamo nemmeno a immaginare.
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Rubrica Postumanismo
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