Horus era uno dei supereroi più amati ed amirati dal grande pubblico fino al momento in cui decide di entrare alla Casa Bianca e massacrare il presidente degli Stati Uniti e una buona parte del suo staff.
Quando Warren Ellis ha la mano libera e decide di ritornare al fumetto supereroistico per eccellenza raramente lo fa con mano leggera ed ancor più raramente lascia fuori la fantascienza. Avatar Press, una casa editrice nata alla fine degli anni '90 e resa famosa dalla sua collana Bad Girls diventa, in questo caso, una buona scelta editoriale ed un buon interlocutore per lo scrittore scozzese, ormai non troppo a suo agio con i legami imposti dai colossi come la Marvel Comics o la DC Comics. La relativamente giovane casa statunitense infatti ha cercato negli ultimi anni di solleticare, in modo sempre più accentuato, l'interesse di "mostri" sacri del fumetto, lasciando loro ampia libertà creativa, per aprirsi uno spiraglio in un pubblico diverso rispetto a quello abituato alle tematiche molto piatte con cui ha fatto successo. Il formato è quasi esclusivamente la miniserie autoconclusiva, destinata ad un lettore smaliziato ed adulto, con una buona conoscenza del mezzo di comunicazione e con una minima conoscenza della storia del fumetto, praticamente tutte le caratteristiche più in sintonia con la narrazione di Ellis che in effetti ha colto la palla al balzo producendo una buona quantità di materiale per la Avatar. Black Summer è uno dei prodotti meglio riusciti della serie.
In un mondo non troppo dissimile dal nostro non esiste nessun tipo di supereroe tradizionale, non ci sono ragni radioattivi inclini a mordere giovani studenti, sieri potenzianti, dei di strani e violenti pantheon, mutanti, invicibili anelli del potere o piccoli alieni con poteri quasi divini allevati da onesti agricoltori terrestri. Un gruppo di giovani scienziati, non digiuni di politica e decisamente all'avanguardia rispetto alle conoscenze del nostro secolo, decide di sopperire a questa mancanza inventandosi e soprattutto impiantandosi modifiche post-umane radicali destinate a renderli l'incarnazione di un ideale scientifico che hanno perseguito per tutta la vita. Si va dal volo di Angela One fino alla superforza di Dominic Atlas Hyde o alla supervelocità di Zoe Jump, nascono in questo modo le Sette Pistole guidate dall'inventore della tecnologia di base per i potenziamenti, il giovane e geniale Tom Noir e supportate dall'aiuto di quello che si potrebbe definire il mentore del gruppo, Frank Blacksmith. Un anno dopo il terribile attentato che ha ucciso Laura Tarrant, una delle Sette Pistole nonchè compagna di Tom Noir, rimasto a sua volta mutilato nell'esplosione, le Sette Pistole sono allo sbando e stanno tentando di portare avanti quella che reputano la loro missione nel modo meno appariscente possibile. John Horus, il membro più potente ed idealista del gruppo, apparentemente senza motivo entra all'improvviso nella Casa Bianca commettendo una strage e portando alla luce tutti gli intrighi ed i piani segreti innescati tempo prima dall'apparenza di esseri post-umani potenzialmente pericolosi per chi vorrebbe mantenere la società entro limiti ben definiti.
Le tematiche trattate da Ellis in Black Summer sono state già affrontate dallo scrittore scozzese in modo molto più innovativo ed approfondito su fumetti degni di entrare negli annali del genere come Transmetropolitan o Authority, diventando quasi cavalli di battaglia della sua narrazione, rinomata per mantenersi comunque su elevati standard di originalità. Anche nel caso quindi di alcune idee ricorrenti, l'approccio ad un fumetto dell'autore scozzese lascia il lettore generalmente meravigliato ed alla ricerca degli innumerevoli rimandi al mondo lettarario fantastico contemporaneo in cui Ellis sembra destreggiarsi mirabilmente, cavalcando e portando agli estremi le teorie e le correnti fantascientifiche del momento. Black Summer, pur mantenendo una buona struttura ed una sceneggiatura scorrevole quanto efficace, non riesce quindi a fare il salto per distaccarsi dalle premesse classiche di partenza, ricadendo anzi in un manierismo narrativo poco al di sopra dell'esercizio di stile. L'impressione, per chi conosce minimamente l'opera di Ellis, è di qualcosa scritto senza fatica, copiando ed incollando situazioni già utilizzate e tipologie di personaggio ben rodate per ottenere una coperta a patchwork funzionante ma non eccezionale, posizionata nella fascia medio-alta del mercato solo ed esclusivamente in virtù dell'eccezionale genialità di partenza dell'autore. Adatto quindi alla lettura estiva e magari a chi è completamente digiuno di qualsiasi opera che tratti del transumanesimo o del post-cyberpunk, Black Summer potrebbe rivelarsi deludente per una tipologia di fruitori più smaliziata o più familiare con la scrittura di Warren Ellis.
Ottimi i disegni di Juan Jose Ryp, artista spagnolo formatosi sul fumetto erotico per poi lavorare con autori del calibro di Frank Miller ed Alan Moore. Già una vecchia conoscenza di Ellis, per cui ha curato anche la grafica della miniserie Wolfskin, Ryp ha uno stile molto plastico, sporco e caotico all'apparenza ma contemporaneamente ben definito e controllato che lo rende perfetto sia nel ritrarre le scene di enormi ed apocalittici massacri sia nel sottolineare lo scambio di sguardi fra due personaggi. L'unica pecca contestabile potrebbe essere la piattezza con cui disegna le fisionomie umane, tutte molto simili le une alle altre.
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