È da parecchi anni che si vocifera della partecipazione di John Noble a un videogame, definito dall'attore che nel telefilm Fringe interpreta Walter Bishop un progetto favoloso quando ancora il pubblico non ne sapeva praticamente niente, ed è da parecchi anni che in effetti è in cantiere L.A. Noire, titolo che intende riscrivere le regole del poliziesco su console, in lavorazione da prima del 2005 e che finalmente esce oggi per Ps3 e Xbox 360, sotto etichetta Rockstar Games. Deus ex machina è il veterano Brendan McNamara, oggi alla guida dell'australiano Team Bondi, ma che con l'inglese Team Soho di Sony, all'epoca di The Gateway, su Playstation 2, aveva già mostrato quale direzione volesse seguire: avvicinare sempre più il paese dei joypad al mondo della celluloide. Allora si trattava di un viaggio nella malavita d'Oltremanica, immersi in una ricostruzione più dettagliata possibile della Londra di Guy Ritchie; adesso lo sfondo è la torbida Los Angeles degli anni Quaranta, in una rilettura digitalmente accurata della tradizione noir, un po' come al cinema hanno fatto Curtis Hanson con L.A. Confidential e Brian De Palma con The Black Dahlia.
In L.A. Noire Noble veste i panni di Leland Monroe, un imprenditore immobiliare implicato in alcune delle indagini del gioco, ispirate a veri casi di cronaca del periodo. Il ruolo di protagonista è invece andato ad Aaron Staton, conosciuto per il personaggio di Ken Cosgrove nella serie tv Mad Men. Sarà Cole Phelps, un giovane detective in servizio nella Lapd nel 1947, il medesimo anno dell'efferato omicidio della Dalia nera. Ma il cast del videogame, il cui budget si aggirerebbe attorno ai 100 milioni di dollari, supera i 400 attori che, oltre a prestare la propria voce e le proprie fattezze, hanno recitato direttamente nel gioco, utilizzando una nuova tecnologia, denominata Motionscan.
Circondati da ben trentadue telecamere, viso e ogni espressione del volto vengono catturati in 3D ad alta definizione e “incollati” sul corpo del personaggio virtuale, saltando così, alla ricerca della massima fedeltà, i passaggi intermedi tipici della trasposizione fra le figure al di qua e al di là dello schermo del classico motion capture. Il Motionscan è una delle grandi scommesse di Team Bondi, che con questa tecnologia punta a ritagliarsi un nome da Zemeckis dei videogiochi, il regista di Polar Express, Beowulf e via discorrendo, in contrapposizione alla strada di animazioni totalmente al computer, alla Pixar, fissata da Valve con Half-Life, Portal e compagnia, o alla performance capture di Ninja Theory, che ha applicato al digital entertainment le tecniche della Weta del Signore degli Anelli.
Quello di L.A. Noire non è un costoso esperimento high-tech fine a se stesso, ma un sistema che, essendo capace di “radiografare” e riprodurre nel gameplay la complessità della mimica facciale, nelle intenzioni degli autori dovrebbe spingere le dinamiche di gioco verso frontiere inesplorate. Il cuore del poliziesco di McNamara, dove certo si spara anche e ci si muove a piedi e in auto per i boulevard della città degli angeli eppure forse i legami più stretti li mantiene con le avventure grafiche, sono le fasi investigative: inchieste, sopralluoghi sulla scena del crimine a caccia di indizi e soprattutto dialoghi e interrogatori, durante i quali le caratteristiche del Motionscan dovrebbero fare la differenza, permettendo di intuire da uno sguardo chi dice la verità e chi invece ha qualcosa da nascondere, decidendo di conseguenza come agire.
Se da un lato non è la prima volta del produttore Take Two e della sua sussidiaria Rockstar Games dalle parti del thriller e di Los Angeles, basti pensare ai successi delle serie Mafia e Grand Theft Auto, dall'altro John Noble non è la sola stella di Fringe a essere entrata nel firmamento degli attori digitali. Anna Torv, prima di diventare l'agente dell'Fbi Olivia Dunham, si era fatta conoscere proprio con un videogame, Heavenly Sword, in cui recitava accanto ad Andy Serkis, l'attore digitale per antonomasia, famoso per aver dato vita al cinema a Gollum nel Signore degli Anelli e a King Kong nell'omonimo film di Peter Jackson. Mentre per la Torv l'esperienza su console si è rivelata una parentesi, Serkis ha invece continuato la carriera, collaborando anche al successivo titolo di Ninja Theory, Enslaved: Odyssey to the West. Ma recentemente hanno indossato le tute del motion capture pure Malcolm McDowell e Ray Winstone, trasformati da Sony nei cattivi di Killzone 3.
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