La storia, americana e non solo, e le emozioni sono forse le preoccupazioni più personali e distintive della narrativa – soprattutto di quella breve – di Kristine Kathryn Rusch. Il suo ruolo di narratrice, infatti, non è venuto mai meno anche se a portarla al centro dell’attenzione dell’editoria “di genere” è stato il suo ruolo di editor. Come editor, Rusch aveva esordito giovanissima nel 1988 alla direzione della Pulphouse di Eugene, Oregon, che per quasi un decennio pubblicò una rivista e alcune serie di antologie dalla foliazione ridotta e di altissima qualità, nel fantastico e poi anche nel giallo, con nomi di grande rilievo nei generi e oltre: da Jack Williamson e Ursula K. Le Guin a Joe R. Lansdale e Joyce Carol Oates. In quegli anni, è l’inizio di una rinascita delle small press che ora, in tempi di crisi, si sta rivelando vitale per il fantastico nordamericano.

Nel 1991 è la classica rivista The Magazine of Fantasy & Science Fiction, che più di tutte aveva sempre mantenuto e difeso la propria autonomia dai grandi gruppi editoriali, a chiamarla alla direzione, che mantiene fino al 1997. Un premio Hugo e un World Fantasy Award, insieme a svariate nomination, sono fra i risultati di questa esperienza, dopo la quale Rusch si dedica completamente alla narrativa.

Di storia parla la sua primissima pubblicazione in volume, il romanzo breve The Gallery of His Dreams (1991), un viaggio nel tempo che si lega al periodo della Guerra Civile americana e alla vicenda del grande fotografo di guerra Matthew B. Brady, come le tante ucronie; da Fighting Bob (incluso nell’antologia Alternate Presidents, curata da Mike Resnick nel 1992) su un’immaginaria vittoria, nel 1924 alla vigilia della Grande Depressione, del candidato Progressista Robert La Follette, presto ucciso quasi a presagire la vicenda di Kennedy, fino a racconti sul famigerato direttore dell’Fbi J. Edgar Hoover (G-Men, 2008), sugli stessi Kennedy, e numerosissimi altri.

Fra i gialli, nella storia si immerge anche il durissimo, intenso Hitler’s Angel (1998), da poco tradotto in italiano, che rielabora un episodio della gioventù di Hitler. 1 L’indagine sulla morte di una nipote-amante di Hitler, che forse ne è stato l’assassino, si alterna al racconto autobiografico (narrato da un’intervistatrice americana che lo incontra subito prima delle Olimpiadi del 1972) di uno degli investigatori, a sua volta portatore di segreti inconfessabili: un gioco di specchi fra innocenze impossibili e mancate assunzioni di responsabilità personali e forse collettive.

Le emozioni sono al centro di due dei racconti tradotti in italiano, Skin Deep (1988) e Millennium Babies (2000, vincitore dello Hugo), 2 a cui si può aggiungere anche il romanzo breve Coolhunting (1998), esplorazione fantascientifica delle mode e allo stesso tempo storia di un rapporto fra genitori e figli, incluso nella stessa recente raccolta che prende il titolo dalla storia qui presentata, Recovering Apollo 8 and Other Stories, pubblicata dalla Golden Gryphon Press nel 2010.

Per Rusch la scelta del formato novella, del romanzo breve, è ricorrente, e prosegue fino al presente, con due recentissimi esempi del 2009, The Recovery Man’s Bargain e The Spires of Denon.

I racconti sono tantissimi (fra le antologie citiamo almeno Stories for an Enchanted Afternoon, del 2001), e la bibliografia di Kristine Kathryn Rusch è davvero sterminata,3 comprendendo romance, gialli, fantascienza, fantasy, orrore, spesso in collaborazione con il marito Dean Wesley Smith (e occasionalmente con altri autori), anche firmati con ricorrenti pseudonimi: Kristine Grayson, Kristine Dexter, Kris Nelscott, Sandy Schofield, Kathryn Wesley.

Il primo romanzo fantasy, The White Mists of Power, è pubblicato nel 1991,4 il primo di SF, Afterimage, scritto insieme a Kevin J. Anderson, nel 1992. Nella fantasy Rusch è ben nota anche da noi, con la Fey Series (1995-98), che ruota intorno al conflitto fra un impero espansionista, violento nell’uso della magia, e la popolazione umana di un’isola semi-inaccessibile. I pacifici isolani, però, sembrano aver tradotto in rituale religioso il passato controllo degli stessi poteri magici che, talvolta, sembrano riemergere; e proprio nell’isola potrebbe trovarsi il “Luogo del Potere” che ha dato origine alla magia. Fra scontri e tentativi di mediazione (il matrimonio fra il principe degli isolani e la nipote del Re Nero dell’impero Fey, la nascita di un figlio e una figlia “ibridi”) la serie affronta questioni che la avvicinano un poco al mondo di Earthsea di Ursula Le Guin.5 Alla saga è stato dato un seguito nel dittico del Black Throne (1999-2000), ed è annunciato per la fine di questo 2011 l’inizio di una nuova serie chiamata Place of Power.