Piuttosto che andare a bussare alla porta di qualche regista di blockbuster movie, i produttori hanno pensato di ingaggiare Duncan Jones dopo essere stati colpiti dal suo Moon. “In Moon, Duncan Jones è stato capace di utilizzare uno spazio e un attore in maniera davvero brillante”, ha sottolineato Mark Gordon. “Anche se gran parte del nostro film è ambientata in una o due carrozze di un treno, l’effetto non è per niente claustrofobico. Sono tantissime le cose che avvengono”. In questo caso si può anche risparmiare un po’ sugli effetti speciali, utilizzando un unico set per l’intero film: il trucco sta nel non far accorgere lo spettatore della limitatezza degli spazi entro i quali si muove l’azione. Da questo punto di vista, il lavoro svolto dal regista sembra essere di grande impatto. Ne sono convinti senz’altro i produttori: “Duncan ha arricchito il progetto grazie al suo originale mondo visivo”, assicurano. “E’ un grande film-maker ed un ottimo narratore, ed è proprio questo di cui aveva bisogno Source Code. Ducan ha una grande passione per il lato visivo, tanta quanta ne ha per gli attori e la narrazione”.Il regista ha lavorato a stretto contatto con lo scenografo Barry Chusid, che ha lavorato con Ronald Emmerich a Il Patriota, The Day After Tomorrow, 2012, oltre ad altri film d’azione come Blade. Dato che quasi tutta l’azione si svolge su un treno, trovare il set giusto significa imbroccare almeno il 50% del film. La domanda da cui si è partiti è stata: “Che tipo di treno? Un treno moderno? Un treno antico? I treni europei appaiono troppo moderni ma alcuni dei treni più vecchi che vengono usati in America sono troppo vecchi. Non volevamo che sembrasse come se il protagonista stesse viaggiando nel futuro o nel passato”. Probabilmente, gli americani non hanno mai preso un regionale di Trenitalia, e nemmeno un Intercity; altrimenti il lavoro degli scenografi sarebbe stato molto più semplice. Alla fine un vagone completo è stato costruito in un teatro di posa, ispirandosi ai treni metro di Chicago ma rinnovandoli nel design. Il treno è stato costruito su un grande giunto cardanico, che ha permesso di ricreare il movimento di un vagone sui binari. La visuale fuori dai finestrini è stata girata su green screen, grazie alle riprese effettuate a Chicago dal supervisore degli effetti visivi Louise Morin. Far combaciare l’ambiente del treno con l’esterno è stata una delle maggiori difficoltà del film. Al montaggio ha lavorato un autentico mago del cinema, Paul Hirsch, già premio Oscar nel lontano 1978 con Guerre stellari. Tra gli oltre quaranta film su cui ha lavorato come montatore figurano undici lungometraggi di Brian De Palma (c’è anche Mission: Impossibile, da cui senz’altro proviene buona parte del lavoro per Source Code) e ancora George Lucas con L’impero colpisce ancora.Ma non c’è solo l’azione, anzi. La narrazione, in realtà, sembra essere proprio ciò che ha convinto Duncan Jones ad assumersi l’onere di girare il film. Secondo quanto ha ammesso egli stesso, l’idea di un nuovo film di fantascienza non l’aveva immediatamente entusiasmato. “Ma adoravo la sceneggiatura. Aveva una trama molto fitta e rapida. E poi, sono un grandissimo fan di Jake Gyllenhaal. Non volevo rinunciare all’opportunità di lavorare assieme a lui”.
Source Code, quantizzazione di un thriller
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