Mi voltai verso di lei.- Cosa volevate dire?- Devi fare questa esperienza da sola - e con un gesto mi indicò l'ingresso del palazzo. Titubante obbedii ed entrai. Shara mi stava aspettando. Superai le scale con immense falcate e, fremente di gioia e timore, raggiunsi la porta. Allungai una mano e pigiai il campanello. L'anima scalpitava nel desiderio di abbracciarla ancora una volta. Potevo già immaginare la scena…- Lyra? - Una mano che frenetica si agitava sul chiavistello.- Shara - mormorai in lacrime mentre lei apriva la porta. Lievi striature grigie le decoravano i capelli, era davvero invecchiata, ma che importanza avrebbe avuto?
L'avrei abbracciata, ancora una volta, per sempre.
- Shara - ripetei, notando la perplessità che infrangeva il suo volto: guardava nel vuoto, accigliata e ora infastidita. Non mi vedeva?
- Strano, avrei giurato... - esclamò e richiuse la porta sulle mie speranze. Sentii solo le loro voci, un'ultima volta.
- Chi era, mamma?
- Nessuno, Lyra.
Dietro di me alcuni passi.
Il capitano si portò al mio fianco, annotava qualcosa sul palmare.
- Dieci anni per farmi scoprire che sono morta? Per distruggere davanti ai miei occhi la speranza? - La affrontai a pugni stretti.
Ero furiosa, amareggiata, tradita. Le lacrime sul punto di sgorgare.
- No, Lyra, dieci anni per farti capire che sei viva - esclamò mentre mi metteva in mano il palmare. Lo strano conto alla rovescia continuava, mancavano pochi minuti e le cifre lampeggiavano. - Tu stessa hai detto che ti sentivi sdoppiata.
- Non capisco...
- Secondo la Teoria di Wernick vi sono infiniti universi che si sfiorano come nelle tempeste di sabbia di Marte e ciascuno di essi differisce da quelli contigui per pochi dettagli, ma differisce in tutto rispetto a infiniti altri che lo circondano.
La guardai di sottecchi.
- Cosa c'entra con tutto il resto?
- Lyra, infiniti universi significano infinite repliche di te stessa: non pensi che potrebbero essere collegate? Tu esisti in tutti gli universi, esaurendo la schiera delle possibilità: in alcuni sei morta e abbiamo già fatto questo viaggio, in alcuni lo stiamo ancora facendo e in altri stai vivendo o nascerai e morirai. Questo è ciò che hai visto quando sei morta: non il drago, ma la vera te stessa.
- Un unico essere vivente che vive in infiniti universi?
Il capitano annuì e mi posò le mani sulle spalle.
- Sì, perché sei viva. Ma la materia non può superare la velocità della luce perciò colonizzare questi universi è difficile: l'unico sistema è quello di essere ospitati in corpi che li abitino, e li rubino pezzo per pezzo alla morte. Corpi imperfetti nei quali inviare l’anima: la vita che bilancia la tendenza dell'universo alla morte termica.
Tacqui un istante e mi guardai attorno. Cominciavo a capire, come se un velo mi fosse stato tolto dagli occhi. Parole che non conoscevo mi salirono alle labbra.
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