Tra i grandi innovatori circa i metodi di scrittura va ricordato almeno William Burroughs, personaggio chiave della Beat Generation, che con la tecnica del cut-up inaugurò un nuovo modo di scrivere; poi non va dimenticato Andy Warhol, genio della Pop Art e nelle lettere e nel mondo dell'immagine, che firmò alcuni tra i più grandi capolavori dell'ultimo periodo sperimentale artistico americano, riconoscendo così alla tecnica del collage un ruolo primario nel processo creativo che conduce l'artista a creare arte allo stato puro; in Italia, Nanni Balestrini, negli anni Sessanta, fu il primo a scrivere una poesia grazie all'ausilio di un elaboratore elettronico.

Il sogno di Eliza di Motor è un libro scritto in parte da un computer, o meglio, da programmi che simulano l'intelligenza umana, in parte da uno scrittore in carne e ossa (forse!): Motor assicura che almeno il cinquanta per cento del testo è stato scritto da "simulatori d'intelligenza" e non si fatica a credergli, difatti in più e più punti il costrutto narrativo risulta essere slegato e ricco di errori sintattici e solecismi a dir poco grossolani. Motor, questo lo pseudonimo dello scrittore, vive e lavora a Torino come informatico: dottore in intelligenza artificiale, il suo è un nome ben conosciuto nei circoli di intrattenimento notturno, infatti è un dj di discreta fama. Il sogno di Eliza ha visto anche la collaborazione di Alessandra C già autrice del romanzo Webmaster; tuttavia il risultato finale è deludente: la trama soffre di una placida ingenuità, quella tipica delle sceneggiature di molti film americani che portano la firma di Stallone. Leggendo Il sogno di Eliza è quasi impossibile non notare molti di quegli effetti splatter di gusto tipicamente americano che persino Stephen King in On Writing ha ampiamente criticato. Alcuni passi della trama sembrano introdurre il lettore nelle cupe atmosfere del grande maestro di Providence, H. P. Lovecraft, ma queste subito sfumano in oziose paranoie dilettantesche, quelle tipiche dei B-movies. La trama in breve: un giovane trentenne paralizzato dalla vita in giù si rifugia presso un Motel a gestione casalinga per sfuggire a se stesso; tuttavia, proprio qui ripercorre con la mente le fasi dell'incidente che l'ha ridotto ad una larva umana o quasi: tutto intorno a lui è sporco, contaminato dal pattume che sembra quasi possedere un suo proprio spirito vitale. Ad un certo punto il giovane comincia ad accusare allucinazioni che lo porteranno a vedere in ogni cosa animata un potenziale nemico: gli ci vuole poco per convincersi di esser vittima di un progetto militare top-secret, insomma i militari starebbero sperimentando su di lui una nuova arma, forse batteriologica, forse psichica. In preda alla febbre e alla paranoia, fa strage all'interno dell'albergo di tutti gli esseri umani che gli capitano a tiro (la furia omicida descritta da Motor nel Sogno di Eliza ricorda molto da vicino quella delineata da Stephen King in Uscita per l'inferno). Alla fine l'autore, senza mezze misure, rivela al lettore che in effetti le paure nutrite dal suo protagonista non erano nulla affatto infondate: peccato che tutto ciò si intuisca facilmente subito dopo aver letto le prime pagine del romanzo.

Il Sogno di Eliza è un libro debole che ha la vana pretesa di fare del cyberpunk cercando di imitare, forse, la genialità di William Gibson e Stephen King (quest'ultimo imitato - assai malamente - almeno per spiegare la psicologia malata dei personaggi creati da Motor). Pur introducendo alcuni spunti interessanti come il rapporto intelligenza/sogno, sogno/paranoia, paranoia/realtà, che spingono quasi a far pensare il lettore, Il sogno di Eliza risulta essere tanto debole nei registri grammaticali quanto in quelli narrativi. Poteva essere un buon romanzo se fosse stato maggiormente curato nei dettagli: Motor ha commesso il peccato di fidarsi troppo dell'intelligenza artificiale dimenticando, quasi sicuramente, che le macchine possono aiutare l'artista nel creare i suoi processi narrativi ma non sono in grado, almeno oggi come oggi, di creare in toto un qualsiasi processo artistico. Il sogno di Eliza è stato scritto proprio da un computer, completamente, purtroppo!