Rinviato di ben otto mesi. Il film low budget Apollo 18, annunciato e girato in tempo record (poco più di un mese con cinque milioni di dollari circa), ha suscitato subito un interesse enorme, tanto che il trailer riportato in coda all’articolo è stato visto oltre quattro milioni di volte in sei giorni. Diretto da Gonzalo López-Gallego (giovane spagnolo, esordiente in lingua inglese), il film appartiene a quel genere di realismo in presa diretta battezzato all’estero found footage (riprese ritrovate) e inaugurato da The Blair Witch Project e poi adottato in vari altri titoli come Cloverfield e Paranormal Activity.
Apollo 18 racconta la "vera" storia della diciottesima missione lunare della NASA, la quale sarebbe dovuta atterrare nel febbraio 1972 sulla Luna e in particolare nella valle di Schroter, ma venne annullata. Ora, grazie al "ritrovamento" di un filmato originale dell’epoca, sapremo che le cose non sono andate proprio così. La missione è decollata. E sono successe molte cose che qualcuno ha preferito tenere nascoste…
Originariamente previsto per il 4 marzo, il film è stato rinviato dalla Weinstein Company e da Timur Bekmambetov ai primi di gennaio del 2012, per ragioni ancora ignote. Qualora non si trattasse di seri problemi in fase di post-produzione, fra le ipotesi potrebbe esserci la scelta – visto l’ampio battage ottenuto forse a sorpresa – di rinviare per darsi tutto il tempo di portare avanti una massiccia campagna di viral marketing, tipica dei prodotti di questo genere. Nei prossimi mesi assisteremo così alla pubblicazione di documenti confidenziali che definiranno meglio i contorni del mistero intorno alla missione lunare.
Intanto Bekmambetov, dopo aver convinto la Weinstein a imbarcarsi nel progetto, si è rimesso dietro alla macchina da presa per Abraham Lincoln: Vampire Hunter (altra "storia alternativa") e attende l’uscita di The Darkest Hour ad agosto (quando l'invasione aliena, per una volta, avverrà in Russia anziché sul suolo USA e sarà comunque più economica, dal momento che sono bastati quaranta milioni di dollari per portarla al cinema). Forse attirato dal possibile successo di tali pellicole a basso impatto economico, il produttore russo ha provato a mettere le mani su un'altra micro-produzione, Maggie, incentrata su una giovane che diventa zombie in sei settimane. Anche in tal caso ci volevano "solo" cinque milioni di dollari, ma questa volta gli è andata male e l'affare è sfumato.
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